lunedì 23 novembre 2020

Fibbia dell'Art Déco

Fibbia per cintura a doppio battente in bachelite, Art Decò anni '30/'40.

Le fibbie degli anni '20 avevano forme geometriche ed erano di grandi dimensioni in particolare per il cappotto o il mantello.
I materiali prediletti per quegli anni erano la celluloide, galalite e bachelite. Queste imitavano la tartaruga, l’avorio, il legno, l’ebano. I colori erano il rosso, nero, blu, giallo. Un importante distretto era Oyonnax in Francia specializzato in gioielli, pettini per capelli. 
Le fibbie erano luminose spiccavano all'occhio di chi le guarda.
Le scarpe femminili con tacco alto venivano arricchite e chiuse con un cinturino a forma di “T” da grandi fibbie di strass sul collo del piede.
Nel periodo di Mussolini italiano, degli anni '20, le fibbie avevo un’iconografia che riporta i legami del fascio della figura del duce al richiamo alla romanità.
Per la cintura andavano di moda le fibbie a doppio battente, formate da parti speculari di cristallo di vetro colorato, molato, stampato e talvolta dorato o argentato secondo decori geometrici. Queste erano tipiche della Cecoslovacchia e con una grande produzione a Gablonz.
Con Art Déco le fibbie in metallo si coloravano di smalti dalle tonalità forti e dagli accostamenti audaci. Sempre leader nel settore la Cecoslovacchia dove c’era una grande produzione di fibbie a doppio battente speculare. Queste erano in forma ovale, rettangolare o circolare lievemente convessa e rigorosamente coordinate con orecchini e clip da appuntare allo scollo dell’abito. A partire dal 1.918 venivano marchiate in made in Czechoslovakia.
La cintura classica che conosciamo ormai tutti si iniziava ad utilizzare a partire dal 1.920, ed era legata ai pantaloni. Invece, prima era legata allo scopo pratico e funzionalistico oppure associata allo scopo militare. Quest'ultima era molto apprezzata per la sua utilità rispetto al decoro. 
Negli anni '30 le fibbie erano in materiale naturale come la madreperla spesso incisa e il legno grezzo o colorato. Mentre, quelli artificiali erano la bachelite, la celluloide lavorata a fogli, la lucite e ecc. 
In Italia nel 1.932 nasceva L’Ente Autonomo per la Mostra Permanente Nazionale della Moda per affrontare la produzione italiana in materia di moda ed essere più indipendenti ed evitare di dipendere dalla Francia. Dopo 1935 Italia diventa un paese autarchico questo comporta una produzione e ricerca dell’uso dei materiali locali per qualsiasi cosa. Le fibbie erano di grandi dimensioni, in sottili linee di leghe metalliche non preziose, in materiali plastici e in ceramica invetriata. Le sue forme erano ispirate alle decorazioni teatrali, a soggetti naturali come aste e fiori resi, in modo lineare e arcaico o animali e creature fantastiche come sirene. Si veniva ad introdurre un nuovo materiale in Italia e in Francia per la produzione di fibbie cioè la galalite derivata dalla produzione del latte. Questo materiale si presentava in blocchi bianchi e per ottenere la forma desiderata gli artigiani. Alcuni di questi come Adolfo Pavesi e Costante Ermolli a Milano dovevano produrla e solo in seguito potevano colorarla e applicarci del metallo. Pur essendo realizzate con materiali poveri erano lo stesso di grande bellezza, arricchite di estro e fantasia sconfinata. Raffiguravano fantasmi, draghi, mascheroni, cappelli, dame, velieri, scudi araldici, giochi, oggetti comuni, spighe di grano, maschere veneziane e cesti di fiori.
Giuliano Fratti bigiottiere italiano inizia la sua attività negli anni '30 proprio con i bottoni e fibbie utilizzava i materiali poveri come il legno, sughero, vetro e plastica. Lui era talmente tanto creativo da essere nominato dalla giornalista Maria Pezzi “il Re dei gioielli matti”.
Elsa Schiaparelli iniziava negli anni ’30 ad utilizzare le cinture, in particolare anche le fibbie come mezzo di espressione per i suoi ideali surrealisti. Queste presentavano delle decorazioni insolite, con forme bizzarre, prodotte con materiali diversi come la plastica. Una delle sue prime fibbie risale al 1.939 dove proponeva quella a carillon su un abito a tema musicale.
Con la fine della seconda guerra mondiale in senso generale, ritorna la pace e tutto come era prima, il solito estro e abbondanza dei materiali più pregiati.
Le fibbie passavano dagli anni trenta, che avevo delle piccole lineari, a quelle degli anni '40 vistosi di forme triangolari grandi e di funzione decorativa.
Una curiosità sul questo argomento è presente titolo un romanzo scritto da Agatha Christie. Pubblicato dal 1940 con il titolo originario “One, two buckle my show”, tratta dall'omonima filastrocca. In italiano è stato adattato e rinominato "Poirot non sbaglia".

Biografia

CAPPELLO BIANCA e MAGRT SAMUELE, Storia della fibbia tra moda e gioiello (1700 – 1950), Skira, 1 ed. 2018.


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