domenica 25 febbraio 2018

Bottoni Barocchi

Ritratto di Peregrine Bertie, XII Barone
Willoughby de Eresby, 1588-1590,
anonimo, ha dei bottoni importanti lungo
l'abbotonatura.
Nel XV secolo le allacciature erano con magieto ornato in oro ed argento, i bottoni erano prodotti dagli orafi.
Le magiete sono delle magliette composte da dei piccoli anelli nei quali si facevano passare dei lacci forniti di puntali, chiamati agugielli o tremolanti. Talvolta i magieti avevano un puro scopo ornamentale e venivano fabbricati in oro ed argento, venivano definiti anche come dei lustrini lavorati con dei ricami. Questi facevano parte dei corredi nuziali che ne comprendeva le maniche delle vesti femminili, erano in vari materiali quali ottone, ferro, rame, argento dorato, od oricalco (lega in rame e zinco Inoltre le magiete potevano essere di varie forme e colori. Le magiete prima di arrivare alla loro lavorazione conclusa subivano vari processi: come primo passaggio il materiale veniva fuso, stampato in un apposito stampo, forato (pertuxate), crivellato, rifinito con degli appositi passaggi ed infine, veniva misurato secondo i canoni commerciali delle maglie di ferro.
La regione di Limoges vede nascere i bottoni smaltati, tanto apprezzati da andare a comporre il vestiario di Francesco I di Francia (1494-1547), che era un grande estimatore dei bottoni, a tal punto da riempite un'intera veste con 13.600 bottoni d'oro. Tale indumento fu indossato per incontrare il sultano e notare che lui era il più ricco e potente.
Giacomo II Stuart (1633-1701), Duca di York ed è stato il re del Regno Unito dal 1685 fino 1688. Nel suo guardaroba (cappotti, panciotti, e pantaloni) o perlomeno in quei indumenti che sono stati ritrovati, si è costatato che per ciascun di questi richiedevano all'incirca 228 bottoni.
Nel XVII secolo, i bottoni furono usati soprattutto dagli uomini anziché dalle donne, iniziando per esempio dal re Sole che ne era innamorato.
The Cheat With the Ace of Diamonds di Georges de la Tour;
1632, Louvre, Parigi. In questo dipinto si possono notare dei 
bottoni cuciti lungo lo scalfo della manica.
I bottoni furono molto importanti e si trovavano nel giustacuore e potevano armonizzarsi con il resto del capo d'abbigliamento, oppure risultare in contrasto con esso. Mentre nel caso del gilè, erano utilizzati dei piccoli bottoni in stoffa e successivamente vennero ricamati oppure potevano essere in altri materiali, dipinti con scene varie come per esempio dei paesaggi e dei fiori.
In questo periodo i bottoni in metallo erano d'uso comune, potevano essere in stagno, in piombo o in altre leghe. Queste erano eseguite ad un unico pezzo, oppure l'anello posteriore era realizzato con un filo in lega di rame o di ferro. Nel caso in cui i bottoni erano piatti, essi erano realizzati perforando un foglio metallico e successivamente veniva saldato con un anello sul dietro.
Un'altra tipologia di bottone frequentemente utilizzata durante questo periodo era quella con l'anima in osso o in legno, ricoperta con dei fili. Questi nel caso dei bottoni più comuni, potevano essere in lana oppure nei bottoni più preziosi rifiniti in lino, in seta, in argento e qualche volta in oro.
I bottoni in stoffa erano abbastanza diffusi dai cittadini, venivano realizzati foderando delle anime tonde di legno con della stoffa identica a quella utilizzata dell'abito a cui appartenevano i bottoni.
In questo secolo vengono inventati i bottoni profumati, in cui erano inserite delle paste odorifere dentro a delle piccole strutture e a sua volta cucito sull'indumento. Questo accessorio nel momento in cui veniva a contatto con il calore del corpo umano, impregnava il tessuto in cui veniva taccato e diffondeva il suo aroma. Questo bottone veniva utilizzato in modo impari sia dalle donne che dagli uomini e si crea un legname tra abito e corpo capace forse di agire con seduzione su più sensi contemporaneamente.
Altri modelli di bottoni potevano essere quelli utilizzati dal duca di Buckingham che erano impreziositi da brillanti.
D'altronde i bottoni in metalli preziosi erano conosciuti e utilizzati nel periodo Barocco a tal punto che perfino Kidd, famoso pirata inglese, li sfoggiava. Si pensava che lui utilizzasse solo bottoni d'oro o d'argento e anche tutti i suoi colleghe inglesi e francesi che navigavano verso l'America a caccia dei galeoni spagnoli. In questo periodo storico il bottone viene considerato di uso comune del tempo e si indosavano vento bottoni doro e sessanta d'argento. Perlomeno questo lo si poteva pensare fintanto che non si fosse incontrato un ladro munito di rasoi, specializzato in furti di bottoni preziosi.
Ritratto di Francesco I d'Este,
il Guercino, 1630, Ginevra, collezione,
Revillot.
I bottoni in filo venivano utilizzati anche per le uniformi militari francesi, nel XVII secolo, erano realizzati dai sarti. Questi erano abbastanza economici e funzionali, ma i francesi erano indignati da questo cambiamento e cercarono di modificarli, redigendo delle leggi che ne vietassero l'uso. Il governo accolse la loro richieste, ma i sarti continuarono a realizzarli. Fino a tutto il '600 i bottoni furono di dimensioni ridotte, ma nel “700 e nel '800 divennero più importanti, variando il diametro dai 2 ai 4 cm; simili a piccoli quadri, riportavano ritratti, paesaggi, fiori, animali, miniature dipinte a mano, su smalto, avorio, porcellana, vetro, delicatamente incorniciate in oro o argento. Nel 1670, in Inghilterra, apparvero invece i primi bottoni da camicia maschile in oro ed argento, il cui numero indicava lo “status” sociale del proprietario.
Dal 1680 i bottoni presero la loro giusta collocazione: allacciare le vesti, ma al contempo persisteva ancora l'uso ornamentale dei bottoni che da ora in avanti verranno classificati come bottoni-gioiello. Questa tipologia di bottone veniva realizzata dagli orafi, poteva essere fatta con il cristallo, in madreperla, montata su argento o rame argentato, anche se questi materiali sono meno resistenti rispetto al preziosissimo oro.
Nel XVII secolo si era sviluppata una crescente richiesta di bottoni-gioiello e gli studiosi hanno documentato che questo passaggio era stato graduale.
Nei primi anni del periodo moderno, la transizione è stata effettuata tramite una serie di innovazioni nel lavoro e nei materiali che hanno aperto la possibilità di una più ampia gamma di creazioni, superando il confine del "bottone-gioiello". Questo processo è stato accompagnato da un indebolimento delle leggi suntuarie e dalla crescente popolarità della moda, che ha portato alla diffusione dei bottonie del loro uso.



Bibliografia e sitografia


BEMPORAD DORA LISCIA e CHIARELLI CATERINA, a cura di Appesi a un filo bottoni alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti, Livorno, Sillabe, 2007.
DE BUZZACCARINI VITTORIA e MINICI ISABELLA ZOTTI, Bottoni & bottoni, Modena, Zanfi, 1995, 2 ed.
EPSTEIN DINA e SAFRO MILLICENT, Buttons, New York, Harry N. Abrams Inc., 1991.
FERRIGNI PIETRO COCCOLUTO, I Bottoni nell'arte e nella storia, Napoli, Colonnesse, 1993, 2 ed.
https://it.wikipedia.org/wiki/Bottonehttps://www.placidasignora.com/2007/11/21/storia-del-bottone/