venerdì 20 novembre 2020

Fibbia del Settecento

Nomenclatura della fibbia del Settecento.

Fibbia con perno e linguetta singola.

Nel Settecento le fibbie iniziarono a dichiarare quasi il proprio stato sociale di appartenenza. Infatti, si ipotizza che i piccoli proprietari terrieri ne indossassero in argento, mentre per le grandi occasioni adottavano quelle in argento dorato. Mentre, gli uomini di tendenza prediligevano le fibbie in acciaio sfaccettato e in cristallo di vetro. Per quanto riguarda i nobili e quelli più socialmente ed economicamente più adagiati si potevano anche sicuramente permettere di acquistarle in oro, di diamanti e con altre gemme preziose. Le fibbie prodotte in questo periodo dovevano assolutamente risplendere a costo di accecare. Per ottenere questo effetto si utilizzavano i diamanti o rubini o brillanti incastonati a notte applicati su una struttura in metallo (oro o argento) o in lega di antimonio. Siccome erano così tanto ambiti questi materiali alcuni artigiani producevano delle imitazioni, forse perché quelli pregiati non tutti se li potevano permettere oppure non coprivano a sufficienza le richieste dei clienti oppure erano di difficile reperibilità o alto ancora. Infatti, per questi motivi tra la fine del Seicento e inizi del Settecento venivano ottenuti dei nuovi materiali il princisbecco (lega di rame, zinco, stagno, simile all'oro) e lo strass (un cristallo di vetro ottenuto aggiungendo del piombo all'ossido di silicio). Questi erano stati inventati da due persone geniali. Il primo è stato scoperto da Christopher Pinchbeck (1.670 - 1.732). Mentre, la seconda invenzione è stata attribuita Giorges Frédéric Strass (1.701 - 1.773). Lui si era guadagnato, nel 1.734 il titolo di gioielliere di corte alla reggia di Luigi XV. G. F. Strass aveva perfezionato un tipo di vetro, scoperto anni prima dal londinese George Ravenscroft nel 1.670, conosciuto con il nome di flint glass. Quest’ultimo era costituito da una base di ossido di piombo. Siccome non era ancora perfettamente riproducibile, Strass decise di condurre degli esperimenti con il vetro utilizzando una miscela di bismuto e di tallio in parti uguali. Questi avevano ottenuto degli esiti positivi e pare che i cristalli siano stati inventati così brillanti per un caso fortuito. Inoltre, per accentuare ulteriormente l’effetto ottenuto aveva deciso di applicare sul retro del materiale una sottilissima lamina d’argento. Mentre, per quanto riguarda le diverse sfumature colorate, Strass impiegava l’uso di particolari ossidi. 
Una grande novità sopraggiunta dal Settecento era l’acciaio sfaccettati o cut steel o points d’acier. Questo all'occhio assomiglia allo strass ed imita per brillantezza i diamanti ed era applicato sui gioielli, fibbie, bottoni e accessori da acconciatura. La sua diffusione è attribuita a Matthew Boulton, ma risalgono al XVI secolo, ma la sua storia è ignota. Infatti, l’inventore è sconosciuto e non si sa con certezza su cosa li utilizzavano.
Per ottenere questo effetto occorre suddividere acciaio in tanti piccoli chiodini con la capocchia tagliata a mano in tante faccette irregolari. In seguito bisogna procedere con la lucidatura. Mentre, negli esemplari più antichi i chiodini venivano inseriti e ribattuti nei fori disposti su una mascherina realizzata in ottone traforato. Per quanto riguarda quelli più recenti o di qualità inferiore si potrebbe pensare di ottenere questo effetto con una lastra di metallo stampato. Inoltre, l’acciaio sfaccettato nel XVIII secolo spesso e volentieri lo si poteva trovare anche su piccole cornici in porcellana come quelle prodotte da Wedgwood. Queste si possono contraddistinguere dalle altre con il loro caratteristico colore azzurro sovrapposto da delle figure centrali bianche in rilievo. Pertanto quest’ultimo motivo si può ritrovare anche su gioielli, fibbie e bottoni. Questa tecnica era perdurata nel realizzare e decorare fibbie e altro fino al primo ventennio del Novecento.
Nel XVIII secolo le fibbie venivano prodotte in grande quantità con decori e ricche di dettagli estetici anche nelle versioni di modica fattura. Infatti, alcuni propongono la falsa filigrana. Questa è ottenuta tranciando meccanicamente a presa una lastra stampata.
Nelle manifestazioni di lutto nel Settecento si smaltavano o verniciavano le superfici metalliche come gioielli, bottoni e fibbie.
In questo periodo storico le fibbie erano importanti e ricche di decorazioni. Infatti, il celebre soprano italiano Ferinelli Carlo Boschi (1.705 - 1.782) possedeva un paio di fibbie da scarpe con ventotto brillanti su ciascuna di cui otto dei quali erano più grandi degli altri. 
Qualche volta venivano adottati sugli indumenti delle piccole fibbie con funzione puramente decorativa.
Inseguito per produrre le fibbie si cerca di iniziare ad introdurre dei nuovi materiali oltre ai soliti quali vermeil e similoro, il tutto arricchito con diamanti o strass.
In Inghilterra i primi centri che producevano anche le fibbie erano a Birmingham, Edimburgo, Sheffield e Bristol. Intorno alla seconda metà del Settecento alcune fibbie potevano perfino raggiungere una dimensione che variava dai 7 fino ai 10 cm. Infatti, il conte Artois, che in seguito sarebbe diventato Carlo X ed era il fratello di Luigi XVI indossava un modello da cui prende il suo nome. Pertanto, quando si trasferì in Inghilterra lui decide di importare dalla corte francese attraverso l’ambasciata a Londra anche tale fibbia. Questa è particolare voluminosa ha una forma rettangolare, stretta e incurvata, veniva utilizzata da entrambi i sessi. Data la sua esclusività questa veniva arricchita ancora di più con decori vari come strass incastonati a notte, filigrana e non di frequente con cammeo centrale. La fibbia da scarpa veniva realizzata solitamente in argento o in lega di antimonio oppure in lega di ferro. Nell’Europa del XVIII secolo, le fibbie si impreziosì maggiormente. Intorno al 1.770 questo accessorio in oro, argento e altri metalli preziosi e incastonate con imitazioni o gemme vere, dava risalto sulle scarpe sottili. In questo periodo le fibbie erano diffuse sia nell'abbigliamento e pure sulle calzature. Ma, sul finire del XVIII secolo subì un drastico calo di produzione e di vendita. Si iniziava a sentire un’aria di cambiamento, la moda o le esigenze di stile stavano per mutare e optavano per i lacci da scarpe oppure per i bottoni o altro ancora. Tuttavia, ai fabbricanti di fibbie della Gran Bretagna non stavano bene, tutto questo poiché rischiavano il loro posto di lavoro. Pertanto, tentarono da fare una petizione indirizzata al Principe di Galles lo supplicarono di aiutarli perché erano in condizioni disperate. Loro volevano rimandare in auge l’uso della fibbia. Conseguentemente a questo accaduto sua altezza Reale e il duca di York mandarono gentilmente i loro addetti a scartare stringhe da scarpe e optarono per ripristinare l’uso della fibbia. Peccato, che comunque questa petizione risenti per poco il suo effetto benefico; resa vana dal fatto delle diffusione e praticità del bottone diffuso ovunque. Questa prevalse su tutto il resto.

Bibliografia

CAPPELLO BIANCA e MAGRT SAMUELE, Storia della fibbia tra moda e gioiello (1700 – 1950), Skira, 1 ed. 2018.
JONES W. UNITE Common Commodities and Industries - The Button Industry Pitman's -, London, New Nork: Sir I Pitman & Son, 1946, 2 ed.
WHITEHEAD ROSS, Buckles 1250 – 1800, Greenlight Publishing, 1996.




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