martedì 24 novembre 2020

Fibbia reversibile







Fibbia reversibile.

La fibbia reversibile ha la caratteristica di poter essere girata ed utilizzata su entrambe i lati. Solitamente la cintura è nera o marrone. Pertanto, questa tipologia di accessorio potrebbe essere adatto per chi non ha intenzione di acquistarne molte, ma ha voglia di cambiare. Solitamente è utilizzata per un fruitore maschile, con un abbigliamento informale.
Uno dei primi brevetti è del newyorchese G. L. Pierce, del 1901. Questa cintura può essere indossata da entrambi i lati, pertanto la cinta veniva realizzata con due pezzi di pelle di colori contrastanti. La fibbia veniva rese in tale maniera tramite la linguetta, che passava da un lato all'altro della cintura, indistintamente e senza alcuno sforzo.
Un altro brevetto degno di nota è quello del 1954 di S. Hornrech e prevede di invertire la cinghia; tramite una barra girevole attaccata in prossimità della linguetta della fibbia permettendo, di ruotare il tutto senza creare troppi problemi.
Questo accessori con il passare degli anni ha subiti molti modernizzazioni e di conseguenza sono stati molti i brevetti realizzatati per aggiornarlo. Pertanto, hanno cercato di renderlo sempre più pratico, sicuro e dall'aspetto estetico assomigliante ad una normalissima fibbia semplice o doppia.

Luogo

Autore

Data

Giorno e mese

Stati Uniti d'America

Blakeslee

1867

19 Novembre

Stati Uniti 'America

Landis

1889

18 Maggio

Stati Uniti 'America

Capitain

1898

1 Marzo

Stati Uniti 'America

G. L. Pierce

1901

17 Dicembre

Stati Uniti 'America

Andrews

1908

28 Aprile

Stati Uniti 'America

McConahy

1918

13 Agosto

Stati Uniti 'America

Wirth

1933

17 Gennaio

Stati Uniti 'America

Wirth

1933

7 Novembre

Stati Uniti 'America

Sachs

1935

23 Luglio

Stati Uniti 'America

Kern good

1940

16 Aprile

Stati Uniti 'America

S. Hornrech

1954

27 Aprile


Tabella con esposti qualche autori di brevetti di fibbie reversibili negli Stati Uniti d'America.

Luogo

Data

Gran Bretagna

1903

Gran Bretagna

1908

Germania

3/06/1914


Tabella con esposti alcuni brevetti realizzati in diversi luoghi.

Sitografia

https://www.looksgud.in/blog/types-of-belt-buckle-design-men/#Screw-Closure
https://threadcurve.com/types-of-belt-buckles/
https://patents.google.com/patent/US689119A/en
https://patents.google.com/patent/US2676379


Fibbia doppia

 

Fibbia doppia.

La fibbia doppia si presenta con una cornice. Quest'ultima può essere di varie forme (quadrata, rettangolare, circolare, ovale ed ecc.). La sua caratteristica distintiva è la specularità da entrambe i lati, con una barra e ardiglione sistemati al centro. Questa potrebbe essere indossata su cinture casual.

Bibliografia e sitografia

CAPPELLO BIANCA e MAGRT SAMUELE, Storia della fibbia tra moda e gioiello (1700 – 1950), Skira, 1 ed. 2018.
https://www.looksgud.in/blog/types-of-belt-buckle-design-men/#Screw-Closure
https://threadcurve.com/types-of-belt-buckles/

lunedì 23 novembre 2020

Fibbia semplice


Fibbia semplice.

La fibbia semplice è formata da un anello di forma varia. Questo può essere quadrato, tondo, ovale, rettangolare, trapezoidale, ed ecc. definito cornice. Un altro elemento importante è il rebbio o ardiglione e serve a fermare la cintura.

Bibliografia e sitografia

CAPPELLO BIANCA e MAGRT SAMUELE, Storia della fibbia tra moda e gioiello (1700 – 1950), Skira, 1 ed. 2018.
https://www.looksgud.in/blog/types-of-belt-buckle-design-men/#Screw-Closure
https://threadcurve.com/types-of-belt-buckles/

Fibbia a scatto laterale


Fibbia a scatto laterale.

La fibbia a scatto è disponibile in una vasta gamma di modelli, dimensioni, colori e materiali differenti. Solitamente il modello più diffuso, quasi ovunque è realizzate in plastica, ma potrebbero trovarsi in commercio anche dei modelli in metallo. Nondimeno per la sua praticità viene adottata quasi dappertutto su borse, zaini, guinzagli e imbragature per cavalli. Questo tipo di fibbia può essere collegata su molti articoli come imbracature per animali domestici, imbracature di sicurezza, giacche galleggianti personali, marsupi, cinture, imbragature per pistola, stivali e ecc. È anche conosciuta come la “fibbia del paracadute”. Comunque viene utilizzato soprattutto nelle attività sportive campeggio, trekking, arrampicata, vela, immersioni subacquee, gite in barca o caccia ed ecc. Poiché sono molto comode da usare, resistenti ed efficienti. Infatti, questa tipologia si pensa di poterla facilmente allacciata con una sola mano.
La fibbia a scatto può essere a rilascio laterale o avere un pulsante disposto sopra di essa per permettere di slacciarla. Infatti, dispone di un meccanismo dove basta semplicemente pizzicare entrami i lati o premere il pulsante per vedere la fibbia slacciata. Questa è composta da due parti.
Un elemento è detto “maschio” e l’altra estremità del gancio definito “femmina”. Il primo componente è costituito da un'asta centrale e due denti a molla distanziati equamente dall'asta centrale. I due bracci a molla hanno ciascuno un blocco di fissaggio che termina all'estremità anteriore. Mentre il secondo elemento ha un lato aperto frontale e due fori laterali che trattengono e fissano i due bracci a molla dell'elemento a fibbia maschio.
La fibbia a scatto ha una storia relativamente recente e si ricollega a delle esigenze di praticità per gli zaini. Infatti, fino agli anni ‘60 e più gli zaini utilizzavano la fibbia metallica per chiudere i vari scomparti e le tasche o per regolare e chiudere le cinghie. Attualmente questa è scomparsa o quasi del tutto inutilizzata e sostituita con degli altre modelli con una progettazione più moderna, affidabile e resistente. Tale avvenimento è stato favorito con l'invenzione e l'espansione dello stampaggio di materiali termoplastici con la fine la seconda guerra mondiale. Poiché sono più comode da progettare e favoriscono la realizzazione di diversi tipi di allacciature e altri simile alla fibbia. A metà degli anni ‘70, negli Stati Uniti, un designer della società ITW Nexus di nome Dick Tracy stava progettando un diverso tipo di chiusura in plastica per un cliente. Durante il processo, ha deciso di caricare in spalla uno zaino pesante e trasportarlo nel bosco, ad un certo punto passare lungo un fiume e decise di attraversarlo su un tronco. Quando giunse a metà del fiume, si rese conto che se cadeva in acqua, con tutto il peso dello zaino e con la fibbia in metallo non sulla vita sarebbero stato un uomo morto. Per questa sua esperienza personale si rese conto che non era opportuno utilizzarla e che era il momento di inventarne un'altra. Il giorno seguente, mentre era sull'aereo di ritorno per casa, lui concentrò tutte le sue energie nell'ideare uno schizzo iniziale. Così nel 1.977 Dick Tracy di ITW Nexus ha inventato la fibbia a scatto laterale in plastica, ma il 24 aprile 1.979 l’ha brevettata chiamandolo Tracy's Side Release Buckle se non erro.

Sitografia

https://outdoorindustry.org/press-release/itw-nexus-original-side-release-buckle-celebrates-its-25th-year/
https://artofdesign.wordpress.com/2006/09/16/the-plastic-buckle/
https://threadcurve.com/types-of-belt-buckles/
https://www.looksgud.in/blog/types-of-belt-buckle-design-men/#Screw-Closure

Tipologie di fibbie



Alcune tipologie di fibbie.

La fibbia è un elemento fondamentale della cintura. Questo è realizzato in molteplici materiali (metallo, plastica, ecc.), forme (quadrata, rettangolare, ovale, tonda, ecc.) e dimensioni che variano a seconda della ditta produttrice. La fibbia può essere semplice o rifinita con decorazioni, motivi particolari, incastonata con strass, colorata, lucida e opaca.
Pertanto esistono varie tipologie di fibbie per cintura ed ogni modello è speciale e ha delle caratteristiche proprie. Inoltre, ognuno si adatta in base all'occasione d’uso che si potrebbe svolgere e per creare il proprio stile di unicità. Per questo motivo è importante, secondo me, conosce e distinguere le differenze tipologie di fibbie.
Benché non si sa molto e sono troppe, per quindi si potrebbe solamente citarle qualcuna. Pertanto, esistono anche la fibbia delle bretella, da bagaglio, della cintura di sicurezza della macchina, con dei dispositivi meccanici dove spuntano degli orologi o permettono di appoggiare dei bicchieri e delle bottiglie, da cappello ed altre ancora.

Biligrafia e sitografia

CAPPELLO BIANCA e MAGRT SAMUELE, Storia della fibbia tra moda e gioiello (1700 – 1950), Skira, 1 ed. 2018.https://threadcurve.com/types-of-belt-buckles/
https://www.looksgud.in/blog/types-of-belt-buckle-design-men/#Screw-Closure

Aggiornamento del 16/03/2022.


Regressione della fibbia

Fibbia a forma di uncino.

La plastica inizia a avere permesso un radicale cambiamento e di conseguenza le fibbie potevano essere realizzati con la tecnologia di stampaggio ad iniezione. Questo aveva permesso un’evoluzione della fibbia in tutti i tipi di forme e design. Pertanto si erano evoluti in molti aspetti e si potevano creare qualsiasi tipo di fibbie con anelli, regolatori di cinturini, adattamenti diversi, autobloccanti, ecc.
La fibbia era considerata come un vecchio cliché del passato pur con qualche ritorno grazie ai laboratori specializzati in fibbie e bottoni di alto livello e alla sperimentazione degli artisti che facevano degli anni ‘70 - ‘80. 
Negli anni ‘90 si inizia a riprendere l’aspetto e la dignità della fibbia - gioiello e veniva vista come un ornamento quasi come un ritorno dei secoli passati.
Negli anni ‘90 si sviluppavano dei nuovi interessi di collezionismo su questo accessorio e si iniziava a formare dei club e riviste specializzate, oltre a produrre in alcune aziende delle serie limitate create per comunicare eventi storici e anniversari.
Nel XX e nuovo millennio perduto il suo status symbol legato all'abbigliamento alcune fibbie sono state trasformate in altro. Talvolta potevano diventare delle spille o addirittura applicate ad altri oggetti per creare delle vere opere d'arte, mutate in cornici portaritratti. Questo  cambiamento è assoggettato alla libera creatività personale, alterato così anche il contesto oltre che all'utilizzo. Nonostante, hanno avuto molta importanza negli ultimi secoli in riferimento alla sua storia passata. Infatti, esistono dei collezionisti, privati e talvolta sono esposte in alcune musei qualche esemplare. In alternativa potrebbero essere dedicate delle mostre provvisorie dedicate proprio in ricordo alla sua storia. Nonostante sia un accessorio apprezzato, utile, ma è ancora qualcosa di nicchia e quindi poco conosciuto.
Le testimonianze del passato sono importati perché raccontano la loro storia d’onore e passione. Questo concetto è fondamentale perché da qui si può capire l’evoluzione e la traforazione delle abitudini e i codici di comportamento delle persone. Pertanto, questo è imprescindibile per poter andare avanti e creare qualcosa di nuovo che rispecchi le necessità future.

Bibliografia

CAPPELLO BIANCA e MAGRT SAMUELE, Storia della fibbia tra moda e gioiello (1700 – 1950), Skira, 1 ed. 2018.




Fibbia negli anni del boom

Fibbia anno '60,  ricorda lo stile dei quadri di Mondrian.

Negli anni '50 si prediligevano i gioielli. La fibbia iniziavano a passare in secondo piano e tendevano quasi a scomparire. Solitamente se erano presenti potevano apparire di piccole dimensioni e di metallo per la sera. Talvolta, venivano impreziosite da strass, ma spesso si presentavano rivestite con lo stesso tessuto dell’indumento e della cintura.
Yves Saint Laurent, nel 1.965, sull'abito Mondrian proponeva la scarpa con una grande fibbia.
Ma negli anni '60 c’era la rinuncia della fibbia preziosa, quindi non serviva a nulla proporre agli stilisti vecchi preconcetti. Il nuovo stile era altro, di conseguenza si evitavano tutti gli orpelli e ostentazioni di ricchezza. Il nuovo stile era essenziale. Questo valeva anche per la fibbia.
La fibbia dei Cowboy derivava da quella militare e non veniva utilizzata prima del XX secolo. Queste sono di facile riproduzione nello stile e quindi sono difficili da riconoscere solo. Infatti, per questo motivo occorre affinare l'occhio e seguire i suggerimenti dati dai veri esperti nel settore.
Un disegno popolare nelle fibbie da cowboy è quello di un toro o bandiera con diversi motivi. I materiali erano vari quali plastica, legno, argento e persino oro.
Le fibbie potrebbero anche essere fatte per essere visti, oltre ad avere una loto funzionalità come stringere la cintura e tenere su i pantaloni in vita od unire due estremità di un indumento o altro. Infatti, alcuni erano persino ricoperti di diamanti. Pertanto le fibbie da cintura talvolta erano create e utilizzate per denotare la professione e lo stato di una persona. Effettivamente, le fibbie militari potevano rappresentare rango e forse definire informazioni vitali. Varie professioni hanno delle fibbie le quali richiama subito all'occhio, poiché dichiarano la loro associazione di appartengono vale a dire polizia militare, vigile del fuoco, da rodeo ed ecc.
Nella prima metà del secolo erano sorti dei nomi noti nella produzione di fibbie. Questi includono: Don Ellis, Michael Srour, a Pecetti, William Nelson, John McCabe, Les Garica, Edward H. Bohlin e Roberto Schaezlein. Loro avevano portato per quel periodo un'ondata di rinnovamento e novità apprezzata attualmente da molteplici collezionisti.

Bibliografia

CAPPELLO BIANCA e MAGRT SAMUELE, Storia della fibbia tra moda e gioiello (1700 – 1950), Skira, 1 ed. 2018.



Fibbia dell'Art Déco

Fibbia per cintura a doppio battente in bachelite, Art Decò anni '30/'40.

Le fibbie degli anni '20 avevano forme geometriche ed erano di grandi dimensioni in particolare per il cappotto o il mantello.
I materiali prediletti per quegli anni erano la celluloide, galalite e bachelite. Queste imitavano la tartaruga, l’avorio, il legno, l’ebano. I colori erano il rosso, nero, blu, giallo. Un importante distretto era Oyonnax in Francia specializzato in gioielli, pettini per capelli. 
Le fibbie erano luminose spiccavano all'occhio di chi le guarda.
Le scarpe femminili con tacco alto venivano arricchite e chiuse con un cinturino a forma di “T” da grandi fibbie di strass sul collo del piede.
Nel periodo di Mussolini italiano, degli anni '20, le fibbie avevo un’iconografia che riporta i legami del fascio della figura del duce al richiamo alla romanità.
Per la cintura andavano di moda le fibbie a doppio battente, formate da parti speculari di cristallo di vetro colorato, molato, stampato e talvolta dorato o argentato secondo decori geometrici. Queste erano tipiche della Cecoslovacchia e con una grande produzione a Gablonz.
Con Art Déco le fibbie in metallo si coloravano di smalti dalle tonalità forti e dagli accostamenti audaci. Sempre leader nel settore la Cecoslovacchia dove c’era una grande produzione di fibbie a doppio battente speculare. Queste erano in forma ovale, rettangolare o circolare lievemente convessa e rigorosamente coordinate con orecchini e clip da appuntare allo scollo dell’abito. A partire dal 1.918 venivano marchiate in made in Czechoslovakia.
La cintura classica che conosciamo ormai tutti si iniziava ad utilizzare a partire dal 1.920, ed era legata ai pantaloni. Invece, prima era legata allo scopo pratico e funzionalistico oppure associata allo scopo militare. Quest'ultima era molto apprezzata per la sua utilità rispetto al decoro. 
Negli anni '30 le fibbie erano in materiale naturale come la madreperla spesso incisa e il legno grezzo o colorato. Mentre, quelli artificiali erano la bachelite, la celluloide lavorata a fogli, la lucite e ecc. 
In Italia nel 1.932 nasceva L’Ente Autonomo per la Mostra Permanente Nazionale della Moda per affrontare la produzione italiana in materia di moda ed essere più indipendenti ed evitare di dipendere dalla Francia. Dopo 1935 Italia diventa un paese autarchico questo comporta una produzione e ricerca dell’uso dei materiali locali per qualsiasi cosa. Le fibbie erano di grandi dimensioni, in sottili linee di leghe metalliche non preziose, in materiali plastici e in ceramica invetriata. Le sue forme erano ispirate alle decorazioni teatrali, a soggetti naturali come aste e fiori resi, in modo lineare e arcaico o animali e creature fantastiche come sirene. Si veniva ad introdurre un nuovo materiale in Italia e in Francia per la produzione di fibbie cioè la galalite derivata dalla produzione del latte. Questo materiale si presentava in blocchi bianchi e per ottenere la forma desiderata gli artigiani. Alcuni di questi come Adolfo Pavesi e Costante Ermolli a Milano dovevano produrla e solo in seguito potevano colorarla e applicarci del metallo. Pur essendo realizzate con materiali poveri erano lo stesso di grande bellezza, arricchite di estro e fantasia sconfinata. Raffiguravano fantasmi, draghi, mascheroni, cappelli, dame, velieri, scudi araldici, giochi, oggetti comuni, spighe di grano, maschere veneziane e cesti di fiori.
Giuliano Fratti bigiottiere italiano inizia la sua attività negli anni '30 proprio con i bottoni e fibbie utilizzava i materiali poveri come il legno, sughero, vetro e plastica. Lui era talmente tanto creativo da essere nominato dalla giornalista Maria Pezzi “il Re dei gioielli matti”.
Elsa Schiaparelli iniziava negli anni ’30 ad utilizzare le cinture, in particolare anche le fibbie come mezzo di espressione per i suoi ideali surrealisti. Queste presentavano delle decorazioni insolite, con forme bizzarre, prodotte con materiali diversi come la plastica. Una delle sue prime fibbie risale al 1.939 dove proponeva quella a carillon su un abito a tema musicale.
Con la fine della seconda guerra mondiale in senso generale, ritorna la pace e tutto come era prima, il solito estro e abbondanza dei materiali più pregiati.
Le fibbie passavano dagli anni trenta, che avevo delle piccole lineari, a quelle degli anni '40 vistosi di forme triangolari grandi e di funzione decorativa.
Una curiosità sul questo argomento è presente titolo un romanzo scritto da Agatha Christie. Pubblicato dal 1940 con il titolo originario “One, two buckle my show”, tratta dall'omonima filastrocca. In italiano è stato adattato e rinominato "Poirot non sbaglia".

Biografia

CAPPELLO BIANCA e MAGRT SAMUELE, Storia della fibbia tra moda e gioiello (1700 – 1950), Skira, 1 ed. 2018.


Fibbia dell'Ottocento

Fibbia a doppio battente del XIX secolo.

Nell'Ottocento sotto la corte di Napoleone le fibbie erano di ispirazione classica dell’antica Grecia e dell’impero Romano e venivano prodotte dagli orafi. Queste venivano decorate con cammeo di corallo, conchiglie o pietre dure.
In seguito alla caduta dell’impero napoleonico le fibbie andavano a seguire la riscoperta degli stili, soggetti e materiali popolari propri di ciascuna nazione. Talvolta le fibbie fungevano da ricordini come quelli con pietre dure in Scozia, pietra lavica e corallo in sud Italia micromosaico a Roma, commesso in pietra dura a Firenze, smaltatura a più livelli di Bourg-en-Bresse in Francia orientale ed ecc.
Ancora per tutto il XIX secolo le fibbie avevano lo scopo svolgere un ruolo importante sia nelle ricorrenze che nelle celebrazioni di matrimoni, momenti storici, politici oppure sportivi.
Le fibbie erano di notevoli dimensioni in vermeil, princisbecco o similoro con cornici con decori costi da volute, racemi, elementi stilizzati ad altorilievo. Questi materiali prevedono un processo di smaltatura policroma cloisonné, paste di vetro cabochon o micromosaico romano.
In questo periodo storico le scarpe erano prive di fibbie a parte quelle adottate per l’abbigliamento formale di corte. Mentre, fino al 1.830 nell'abbigliamento femminile si utilizzava una cintura con fibbia in vita, ma intorno al 1.840 questa viene eliminata.
Un soggetto che poteva permanere era la fibbia con il serpente attorcigliate. Inoltre, poteva aveva delle pietre dure, la paste di vetro, il taglio cabochon. Nonostante tutte queste meraviglie di rifiniture, si riproponeva di tornare all'oreficeria medievale, dove venivano riprodotti decori con smalti champlevé e guilloché.
Nel 1.840 a Birmingham veniva utilizzata per la prima volta l'elettroformatura in oro e argento sulle fibbie con il marchio che cambia a seconda della lega metallica impiegata di base in EPNS (electroplated nickel silver) e in EPBM (electroplated Britannia metal) in Inghilterra e America.
La fibbia da cintura diventa solo un decoro, ma acquista grande importanza quella da mantello. Questa era a doppio battente con due parti gemelle di cui un gancio e l’altro con un occhiello fatti in modo da potersi incastrare tra loro senza alcun nastro. Seguono forme non motivi vegetali come fogli e fiori stilizzati realizzati a stampo e decorate con incisioni o in filigrana.
Dal 1.861 in Italia si cercava di fondare dei distretti industriali per la produzione di bigiotteria e fibbie in laminato tra cui quello a Casalmaggiore.
Sempre nello stesso anno con la morte di Albero il consorte della regina Vittoria, si aleggiava un area di grande lutto. Infatti, l’etichetta di corde doveva prevedere di indossare il nero o il viola, persino gli accessori quali gioielli e fibbie prevedevano un colore scuro. Quest’ultimi erano realizzati in gaietto jet, legno fossilizzato, corno, vulcanite, French jet o Basalt, cristallo di vetro nero, con la corazza di tartaruga, acciaio, madreperla e argento.
Le fibbie potevano comparire sulle calzature ed erano solitamente in acciaio, marcasite ricoperte con la stoffa della scarpa stessa. Ma non mancavano quelle da cintura chiuse da fibbie verticali di forma rettangolare od ovale. Talvolta le fibbie erano attaccate direttamente all'indumento e avevano la funzione di creare un drappeggio asimmetrico. In alternativa questo accessorio grande e ovale poteva essere ritrovato persino su un cappellino.
La superficie della fibbia spesso e volentieri era rifinita con cabochon di pietre dure quali turchese e corallo. Nel caso non si poteva avere a disposizione quelle naturali si ricorreva alla pasta di vetro con taglia a cabochon.
Un altro tema di ispirazione era dell’epoca di Luigi XVI e questo si risente anche sulla fibbia che presentava delle cornici elaborate.


Bibliografia

CAPPELLO BIANCA e MAGRT SAMUELE, Storia della fibbia tra moda e gioiello (1700 – 1950), Skira, 1 ed. 2018.
WHITEHEAD ROSS, Buckles 1250 – 1800, Greenlight Publishing, 1996.

Tipologie di fibbie del Settecento

 Illustrazione dell’occhiello e del perno di varie fibbie con linguetta singola diffuse tra 1660 – 1720: A forma del gancio definito “perno”, B, C e D forma del gancio ad “ancora”, E ed F gancio ad anello.

Le fibbie del Settecento potevano essere varie, tra cui quelle da scarpe, da stivali, da giarrettiera, da manica, da cintura, da scarsella, da manti, cravatta, da chiudere al ginocchio le culottes maschili e da chiudere la parte inferiore degli abiti femminili chiamati base de robe.
Per quanto riguarda quelle da giarrettiera, venivano indossate eseguendo uno scrupoloso cerimoniale di corte e con al seguito i valletti disposti secondo l'ordine di importanza. Questo rituale come prima fase prevedeva lo sgancio delle fibbie da entrambe le gambe e in seguito passavano le giarrettiere ai valletti di secondo grado dove quest’ultimi andavano a riporli al sicuro da occhi indiscreti. Questo era un modo per fare intendere la sovranità di corte utilizzano l’etichetta. Inoltre, indossavano le fibbie da ginocchio, diffuse nel XVIII. Queste venivano utilizzate per tenere le braghe in posizione sotto o sopra il ginocchio e per reggere le calze. Le fibbie da ginocchio, si presentavano generalmente molto più piccole di quelle da scarpe e non venivano prodotte con una curva e neppure convesse come quelle da scarpe, ma bensì piatte. Sulle fibbie da ginocchio il perno si poteva trovare tra il lato corto del telaio, in modo che la fibbia poteva essere orientata verticalmente. Queste si presentavano di forma quadrata, ovale, vedica o mandorla e rettangolare.
Linguette fibbie del Settecento.
Due e tre linguette e gancio ad ancora.


Tre o quattro linguette.

Fibbia con tre linguette.

Potevano presentare due o tre linguette, solitamente sono state realizzate in argento.
Inoltre, erano solitamente prive di decorazioni. Pertanto, si potrebbero ritrovare dei set coordinati con presenti fibbie da scarpa e da ginocchio.
Le fibbie erano anche con sperone o fermaglio e diffuse nel XVIII secolo, ma esistevano fin dal medioevo. Queste del Settecento presentano delle cornici trapezoidali anche se occasionalmente si potrebbero vedere di forme differenti quali rettangolari e a “D”. Mentre, quelle con il telaio cilindrico avevano delle decorazioni elaborate con rosette o nastri floreali. Inoltre, quest’ultimo avevano spesso degli attacchi a ganci per sperone. Fibbia da collo sono state realizzate in vari materiali (argento, rame platinato o di stagno).
Spesso erano elaborate con disegni incastonati con gemme o paste di vetro. Il telaio era generalmente rettangolare od obliquo con il perno attaccato tra il più corto lato del telaio. Il perno di metallo della fibbia di solito potrebbe avere un gancio con tre o quattro borchie e la sua lingua di solito ha tre o quattro punte.
Le fibbie da scarpe potrebbero essere del tipo più comune per questo periodo. Solitamente venivano prodotte di forma rettangolari e incurvate per adattarsi alla forma del piede; anche se possono cambiare ed essere viste in molte molteplici forme e dimensioni. Inoltre, esistono una vasta gamma di tecniche decorative per arricchire ed impreziosirle ulteriormente.

Gancio ad anello di varie dimensioni e con due linguette.

Le fibbie per l’abbigliamento potrebbero essere impiegate in vario modo come cappelli, cinture, manica ed eccetera.
Queste fanno parte di una categoria assestante dove ognuno ha delle caratteristiche specifiche differenti.
Inoltre, le fibbie possono aver un corpo a forma di perno con un ardiglione. Forma del corpo ad ancora con un rebbio singolo.
Corni a forma di “D” con linguetta singola. Con cornice rettangolare, “D”, trapezoidale con due ganci, ardiglione biforcuto definito anche a ferro di cavallo. Il perno può essere mobile, fissato sul telaio forato o fuso sul corpo della fibbia.
Per tutto il Seicento a il Settecento sia in Europa che in America le fibbie da cintura, da scarpe e da giarrettiera erano preferite al posto dei nastri e rosette.

Fibbia del Settecento
.

Per quanto riguarda gli uomini le fibbie potevano essere utilizzate anche per fissare un cravattino al collo disposto sopra la camicia. Questa è definita fibbia da collo assieme a quelle da cappello erano adottate tipicamente nell'abbigliamento maschile. Inoltre, erano caratterizzate da sferette lungo un lato dell’anello, realizzate in acciaio sfaccettati, ma non mancavano neppure quelle in argento e oro, arricchite da diamanti di cristallo di vetro.
Nel 1784 un fabbro di fibbie del Regno Unito, William Eley, brevettava un primo modello di fibbia con perno per calzature. Inoltre, potevano essere macchiate con WE. In seguito decise cambiare il nome dell’azienda produttrice, ma comunque continuava lo stesso a realizzare le fibbie per scarpe.
Con la rivoluzione francese nasceva un nuovo modello di fibbia definito Bastille. Quest'ultima viene chiamata così poiché poteva ricordare la forma della pianta della Fortezza da cui prende il suo nome.

Fibbia completa con linguetta singola con gancio ad anello. 


Fibbia completa con linguetta singola e gancio ad ancora.


Bibliografia e sitografia

CAPPELLO BIANCA e MAGRT SAMUELE, Storia della fibbia tra moda e gioiello (1700 – 1950), Skira, 1 ed. 2018.
WHITEHEAD ROSS, Buckles 1250 – 1800, Greenlight Publishing, 1996.
http://www.daacs.org/wp-content/uploads/buckles.pdf

venerdì 20 novembre 2020

Fibbia del Settecento

Nomenclatura della fibbia del Settecento.

Fibbia con perno e linguetta singola.

Nel Settecento le fibbie iniziarono a dichiarare quasi il proprio stato sociale di appartenenza. Infatti, si ipotizza che i piccoli proprietari terrieri ne indossassero in argento, mentre per le grandi occasioni adottavano quelle in argento dorato. Mentre, gli uomini di tendenza prediligevano le fibbie in acciaio sfaccettato e in cristallo di vetro. Per quanto riguarda i nobili e quelli più socialmente ed economicamente più adagiati si potevano anche sicuramente permettere di acquistarle in oro, di diamanti e con altre gemme preziose. Le fibbie prodotte in questo periodo dovevano assolutamente risplendere a costo di accecare. Per ottenere questo effetto si utilizzavano i diamanti o rubini o brillanti incastonati a notte applicati su una struttura in metallo (oro o argento) o in lega di antimonio. Siccome erano così tanto ambiti questi materiali alcuni artigiani producevano delle imitazioni, forse perché quelli pregiati non tutti se li potevano permettere oppure non coprivano a sufficienza le richieste dei clienti oppure erano di difficile reperibilità o alto ancora. Infatti, per questi motivi tra la fine del Seicento e inizi del Settecento venivano ottenuti dei nuovi materiali il princisbecco (lega di rame, zinco, stagno, simile all'oro) e lo strass (un cristallo di vetro ottenuto aggiungendo del piombo all'ossido di silicio). Questi erano stati inventati da due persone geniali. Il primo è stato scoperto da Christopher Pinchbeck (1.670 - 1.732). Mentre, la seconda invenzione è stata attribuita Giorges Frédéric Strass (1.701 - 1.773). Lui si era guadagnato, nel 1.734 il titolo di gioielliere di corte alla reggia di Luigi XV. G. F. Strass aveva perfezionato un tipo di vetro, scoperto anni prima dal londinese George Ravenscroft nel 1.670, conosciuto con il nome di flint glass. Quest’ultimo era costituito da una base di ossido di piombo. Siccome non era ancora perfettamente riproducibile, Strass decise di condurre degli esperimenti con il vetro utilizzando una miscela di bismuto e di tallio in parti uguali. Questi avevano ottenuto degli esiti positivi e pare che i cristalli siano stati inventati così brillanti per un caso fortuito. Inoltre, per accentuare ulteriormente l’effetto ottenuto aveva deciso di applicare sul retro del materiale una sottilissima lamina d’argento. Mentre, per quanto riguarda le diverse sfumature colorate, Strass impiegava l’uso di particolari ossidi. 
Una grande novità sopraggiunta dal Settecento era l’acciaio sfaccettati o cut steel o points d’acier. Questo all'occhio assomiglia allo strass ed imita per brillantezza i diamanti ed era applicato sui gioielli, fibbie, bottoni e accessori da acconciatura. La sua diffusione è attribuita a Matthew Boulton, ma risalgono al XVI secolo, ma la sua storia è ignota. Infatti, l’inventore è sconosciuto e non si sa con certezza su cosa li utilizzavano.
Per ottenere questo effetto occorre suddividere acciaio in tanti piccoli chiodini con la capocchia tagliata a mano in tante faccette irregolari. In seguito bisogna procedere con la lucidatura. Mentre, negli esemplari più antichi i chiodini venivano inseriti e ribattuti nei fori disposti su una mascherina realizzata in ottone traforato. Per quanto riguarda quelli più recenti o di qualità inferiore si potrebbe pensare di ottenere questo effetto con una lastra di metallo stampato. Inoltre, l’acciaio sfaccettato nel XVIII secolo spesso e volentieri lo si poteva trovare anche su piccole cornici in porcellana come quelle prodotte da Wedgwood. Queste si possono contraddistinguere dalle altre con il loro caratteristico colore azzurro sovrapposto da delle figure centrali bianche in rilievo. Pertanto quest’ultimo motivo si può ritrovare anche su gioielli, fibbie e bottoni. Questa tecnica era perdurata nel realizzare e decorare fibbie e altro fino al primo ventennio del Novecento.
Nel XVIII secolo le fibbie venivano prodotte in grande quantità con decori e ricche di dettagli estetici anche nelle versioni di modica fattura. Infatti, alcuni propongono la falsa filigrana. Questa è ottenuta tranciando meccanicamente a presa una lastra stampata.
Nelle manifestazioni di lutto nel Settecento si smaltavano o verniciavano le superfici metalliche come gioielli, bottoni e fibbie.
In questo periodo storico le fibbie erano importanti e ricche di decorazioni. Infatti, il celebre soprano italiano Ferinelli Carlo Boschi (1.705 - 1.782) possedeva un paio di fibbie da scarpe con ventotto brillanti su ciascuna di cui otto dei quali erano più grandi degli altri. 
Qualche volta venivano adottati sugli indumenti delle piccole fibbie con funzione puramente decorativa.
Inseguito per produrre le fibbie si cerca di iniziare ad introdurre dei nuovi materiali oltre ai soliti quali vermeil e similoro, il tutto arricchito con diamanti o strass.
In Inghilterra i primi centri che producevano anche le fibbie erano a Birmingham, Edimburgo, Sheffield e Bristol. Intorno alla seconda metà del Settecento alcune fibbie potevano perfino raggiungere una dimensione che variava dai 7 fino ai 10 cm. Infatti, il conte Artois, che in seguito sarebbe diventato Carlo X ed era il fratello di Luigi XVI indossava un modello da cui prende il suo nome. Pertanto, quando si trasferì in Inghilterra lui decide di importare dalla corte francese attraverso l’ambasciata a Londra anche tale fibbia. Questa è particolare voluminosa ha una forma rettangolare, stretta e incurvata, veniva utilizzata da entrambi i sessi. Data la sua esclusività questa veniva arricchita ancora di più con decori vari come strass incastonati a notte, filigrana e non di frequente con cammeo centrale. La fibbia da scarpa veniva realizzata solitamente in argento o in lega di antimonio oppure in lega di ferro. Nell’Europa del XVIII secolo, le fibbie si impreziosì maggiormente. Intorno al 1.770 questo accessorio in oro, argento e altri metalli preziosi e incastonate con imitazioni o gemme vere, dava risalto sulle scarpe sottili. In questo periodo le fibbie erano diffuse sia nell'abbigliamento e pure sulle calzature. Ma, sul finire del XVIII secolo subì un drastico calo di produzione e di vendita. Si iniziava a sentire un’aria di cambiamento, la moda o le esigenze di stile stavano per mutare e optavano per i lacci da scarpe oppure per i bottoni o altro ancora. Tuttavia, ai fabbricanti di fibbie della Gran Bretagna non stavano bene, tutto questo poiché rischiavano il loro posto di lavoro. Pertanto, tentarono da fare una petizione indirizzata al Principe di Galles lo supplicarono di aiutarli perché erano in condizioni disperate. Loro volevano rimandare in auge l’uso della fibbia. Conseguentemente a questo accaduto sua altezza Reale e il duca di York mandarono gentilmente i loro addetti a scartare stringhe da scarpe e optarono per ripristinare l’uso della fibbia. Peccato, che comunque questa petizione risenti per poco il suo effetto benefico; resa vana dal fatto delle diffusione e praticità del bottone diffuso ovunque. Questa prevalse su tutto il resto.

Bibliografia

CAPPELLO BIANCA e MAGRT SAMUELE, Storia della fibbia tra moda e gioiello (1700 – 1950), Skira, 1 ed. 2018.
JONES W. UNITE Common Commodities and Industries - The Button Industry Pitman's -, London, New Nork: Sir I Pitman & Son, 1946, 2 ed.
WHITEHEAD ROSS, Buckles 1250 – 1800, Greenlight Publishing, 1996.




Fibbia nel Medioevo

Fibbia medievale.
Fibbia Bizantina.

I Bizantini si potrebbe pensare che erano soliti ad utilizzare delle cinture decorate fissate con fibbie o puntali oppure raggi. Queste apparivano come dei gioielli funzionali specialmente per quanto riguarda a quelli realizzati in oro argento dorato e guarniti di perle e pietre preziose. Frequentemente, quest’ultime erano inserite nei beni testamentari e ventura dagli orafi.
Questo accessorio poteva essere inserito su una gonnella di scarlatto nel medioevo cioè era una qualità superiore di panno di lana con fibbie d’argento. Inoltre, la gonnella e la guarnacca di panno francese foderata di seta e ricami e con ricami d’oro e fibbiette in argento che un ladro sottrasse ad una donna nel 1.316 e valevano 50 lire.
Nel Medioevo l'uso delle fibbie per chiudere le sopravvesti era così esteso, che gli orefici che le fabbricavano, decisero di formare una corporazione.
Le fibbie forse, in parte, derivavano dai modelli goti e longobardi, i quali avevano forme di insigne di magnifico pregio artistico. Le più ricche erano cesellate e adornate di smalti, di filigrane, di antichi cammei e perfino di pietre preziose. Alcune recavano anche pietre incise raffiguranti scene d'amore e di cortesia. Per via di tale pregio di materiale in Italia, le fibbie che erano realizzate in oro e argento venivano multate. Infatti, a Bologna secondo gli statuti del XIV secolo si veniva perseguitati se in possesso di fibbie d’argento dorato o con ricami d’oro.
Gli statuti del 1.288, bolognesi, vietavano le vesti con fibbie o frange non conformi alle indicazioni date. Pertanto se si trasgrediva tali regole si incorreva in una infrazione e di conseguenza si percepiva una multa.
Dal 1.274 la deliberazione suntuaria fiorentina pensò di iniziare a fare delle leggere modifiche. Trascorsi dieci anni successivi, deciso di consentire allacciature più preziose per le vesti. Pertanto, le fibbie adottate dagli uomini per appendere la spada e le donne la scarsella veniva concessa in argento anziché in oro.
Solo dal 1.553 si potevano possedere i materiali preziosi; infatti le contadine potevano portare il cinturino con i passanti e fibbie d’argento.
Durante il 1.300, la fibbia, veniva indicata con diversi appellativi quali “muscas” (o fibelle), “fluba”, “flubaglia”, “pressure" (o anche gancio). 
Nel XIII secolo, in Francia, i fabbricanti di fibbie erano suddivisi in base al materiale che andavano ad utilizzare. Le corporazioni sono: i boucliers de fer e i boucliers d'archal, de couvre et de laiton.
Mentre, nella seconda metà del XIV secolo la fibbia, cadde quasi in disuso eccetto nei paramenti sacri e nella grandi cerimonie dove erano probabilmente molto ornate, lavorate a smalto e prodotti in oreficeria.
Le fibbie da cintura erano molto diffuse durante il XIV - XVI secolo e il Cellini ne ricorda alcune lavorate con grazia a filigrana utilizzate perfino dalle contadine fiorentine.
Le fibbie dalla seconda metà del XV secolo erano particolarmente rifinite considerate quasi come dei gioielli. Mentre, la cintura su cui si appoggiavano poteva essere realizzata in tessuto auro-serica e veniva venduta contemporanea alla fibbia. Quest’ultima è composta dal puntale e da decori. Pertanto questi potevano essere applicati lungo la cintura realizzata in vari materiali (argento od oro), oppure decorata con gemme preziose, smalti e niello.
Benché la fibbia rimase esclusivamente ad appannaggio di chi era più adagiato economicamente fino al XV secolo. In seguito alle ricerche tecnologiche si riuscì a facilitare la produzione di oggetti stampati in maniera più economica. Questo permise in generale alla popolazione di avere a sua disposizione dei prodotti che prima non aveva.
Alcune volte si possono vedere anche le fibbie per le scarpe ingioiellate con gemme vere o di imitazione. Queste furono adottate durante il regno di Luigi XIV in Francia e si diffusero in tutto Europa e negli Stati Uniti. 

Bibliografia, cataloghi e sitografia

AZZALI MARIELLA, Dizionario della moda, Bologna, Calderini, 1990, 1 ed.
CAPPELLO BIANCA e MAGRT SAMUELE, Storia della fibbia tra moda e gioiello (1700 – 1950), Skira, 1 ed. 2018.
EGAN GEOFF e PRITCHARD FRANCES, Dress a Accessories 1150-1450 Medieval finds from excavations in London, Boydell 
Press, 2002.
WHITEHEAD ROSS, Buckles 1250 – 1800, Greenlight Publishing, 1996.
http://www.rmoa.unina.it/2595/1/Muzzarelli04.pdf

Fibbia dell’antica Cina


Fibbia dell'antica Cina.

Alcune delle più antiche fibbie in metallo sono state rinvenute in Cina in prossimità dei fiumi Wei, Giallo e in altro luoghi. Queste risalirebbero tra il 770 - 476 a. C. e 475 - 221 a. C e vengono definite fibbie a gancio. Questa tipologia di fibbia poteva essere applicate sulle cintura che a sua volta veniva indossata su un indumento maschile chiamato shenyi. Le fibbie ritrovate venivano realizzate in vari materiali quali oro, bronzo, ferro, giada, osso, legno e vetro. Inoltre, venivano prodotte con un corpo orizzontale più o meno arcuato, con un bottone posto sulla parte posteriore ed un gancio formato da una piegatura dell’apice del corpo. Spesso, quest’ultimo era posto in modo tale da ricordare la testa di un felino o uccello, o drago. Mentre, il bottone era inserito in un asola ricavata da un capo della cintura il gancio, andava inserito in un occhiello ricavato sul capo opposto a chiudere la cintura. 
Le forme e tipologie che venivano prodotte erano molteplici come fibbia di pipa per il fatto che potrebbe ricorda uno strumento musicale a corde cinese con lo stesso nome. Altre forme sono a nastro, a stecco, a lama di vanga e zoomorfe.
Queste fibbie potevano presentare dei motivi ornamentali con intarsi di pietre dure o agemina in oro oppure argento. Mentre, per quanto riguarda alle tecniche di realizzazione a quel tempo se ne utilizzavano due in particolare. La prima prevedeva l’uso di una matrice di base a due valve dove poteva di essere colato il metallo. In un altro modo detto ad “albero” o “dendritico”. Questo poteva essere formato da principali collegamenti laddove andavano a susseguirsi una serie di canali laterali dove passava il metallo fuso.
Si pensa che le fibbie a gancio allora facevano parte integrante del corredo maschile. Questo poteva essere palesemente dimostrato anche dalle diverse migliaia di statue rinvenute nelle fosse di accompagnamento della Tomba di Qui Shi Huangdi. In particolare le statue di nostro interesse potrebbero essere quale raffiguranti i funzionari civili dei soldati della fanteria leggera. Questi si potrebbero presentare privi di corazza e schierati nei ranghi del famoso esercito di Terracotta. Tutti questi si permettevano di indossare una sopravveste chiusa in vita e fermate da fibbie a gancio delle fogge più disparate. 
Fino ad un certo periodo chiunque poteva permettere di indossarle, ma intorno al 25 - 200 d. C. subirono un drastico calo fino a quasi, forse a scomparire. Le cause e le conseguenze di tutto questo sono ignote.

Sitografia

Fibbie a gancio di bronzo di produzione cinese (sec. VI-I a.C.) nelle collezioni del Museo Nazionale d'Arte Orientale 'Giuseppe Tucci'
http://www.museorientale.beniculturali.it/index.php?it/166/approfondimenti-tem


giovedì 19 novembre 2020

Fibbia preistorica


Fibbia presumibilmente datata intorno al IV - V secolo d. C.

Non esiste una data certa e sicura sulla nascita della fibbia, ma sono state documentate le prime apparizioni durante l'età del Bronzo (3.500 - 1.200 a. C.) in tutta Europa.
Questo metodo di fissaggio per le cinture inizia a diffondersi un po’ ovunque con il passare dei secoli. In particolare nell'area cinese intorno 300 - 200 a. C. un popolo nomade, gli Xiongnu, indossavano delle fibbie per cinture finemente lavorate per dimostrare di appartenere ad un certo status sociale.
I antichi Romani e i Greci spesso utilizzavano le fibbie per le cinture o le armature. Venivano realizzate in bronzo ed erano funzionali, resistenti e durevoli.
Queste diventarono degli oggetti di prestigio e curato nei minimi dettagli da parte dei fabbri costruttori che li decoravano con grande maestria con disegni ricchi di intrecci favolosi.
Durante il periodo dell'Impero Romano erano diffuse varie tipologie di affibbiature:
  • “fibbia - piatto”, poteva essere decorata con ornamenti geometrici o semplice;
  • simile alla fibbia piatta, ma più lunghe e strette, a forma di “D” e ricca di decorazioni con raffigurazioni solitamente delle teste di delfino;
  • simile alla precedente, ma erano adornate con teste di cavallo.
Nell’Italia meridionale del IV e III secolo a. C. si diffonde la fibbia in bronzo lavorata in modo tale da comporre in modo autonomo una specie di coppia di ali chiuse.
A Roma, durante l'impero, sono frequenti le fibbie costituite da una placchetta, decorativa con figure. Talvolta queste venivano sostituite da iscrizioni di carattere augurale. Insolitamente, alcune placche di uno dei due pezzi c'è un semplice anello che veniva infilato in un gancio. Inoltre, sono stati ritrovati degli esemplari in cui al posto del gancio c'è un protome umana o animale.
Se ne hanno descrizioni in opere poetiche e in romanzi di cavalleria del tempo. Per esempio Omero descrive Ulisse con una fibbia ornata da un cane che stringe una zampa ad un cerbiatto. Invece è presente uno splendido esemplare doro, presente ad Itaca, ha un grosso modo con palmette e fiorellini da cui pendono cordicelle guarnite da teste di Satiri. 
Uomini e donne utilizzano le fibbie e cinghie fin dall'età del bronzo nell'abbigliamento e dipendevano dalle mode del periodo, ma nel secondo caso era una rarità vederle indossare prime del Medioevo.
Gli invasori germanici (166 - 476 d. C.) importavano i loro motivi a forma di animali, che erano caratteristici di Scythian-Sarmatian presenti nelle loro cinture e fibbie. Questi motivi rappresentavano spesso animali impegnati in combattimenti mortali.
Le fibbie della cintura erano evidenti nelle tombe dei Franchi e di Borgogna.
Questi elementi dell'arte sono in realtà presenti nelle arti decorative dei popoli del medio oriente quali Sciti e Sarmati (Iran).
Molti popoli germanici importarono questi motivi, e le fibbie della cintura quasi invariabilmente presenti nelle tombe dei Franchi e dei Borgognoni sono spesso ulteriormente decorate con capi d'argento o di bronzo, inseguiti o intarsiati. 
Le fibbie veniva prodotto in vari materiali quali osso e metallo (rame, bronzo, argento e oro). Mentre, le decorazioni potevano variare secondo il gusto di chi li produceva e delle mode, talvolta erano molto sfarzose.
Un esempio è stato trovato nella tomba di Childerico I, re dei Franchi, morto nel 481/482 d. C. Questa è una tipologia molto pesante, di forma rettangolare, decorata con filigrana.
Altre splendide fibbie d'oro con intreccio di motivi curvilinei sono conservate e si possono guardare presso il British Museum di Londra. Inoltre, sono presenti anche quelle che sono state trovate nell'imbarcazione sepolcrale di Sutton Hoo (Inghilterra) diverse fibbie in oro del VII secolo con intrecci curvilinei e lingue tagliate.

Sitografia

https://www.britannica.com/topic/buckle
https://www.treccani.it/enciclopedia/fibbia_%28Enciclopedia-Italiana%29/

Aggiornamento del 16/03/2022.

Fibbia descrizione


Nomenclatura fibbia.

La fibbia deriva la latino ed è affine alla fibula ed è un’ottima alternativa al bottone od alla cerniera molto comune nei tempi antichi ed anche attuale. Questo è uno strumento adottato a tenere congiunte due parti di elementi flessibili vale a dire di allacciare ed ornare gli indumenti o altro; fin dai tempi antichi.
Questa serve per fissare, allacciare la cintura, gli zaini, le scarpe o altro. Potrebbe essere trovata di metallo, osso e in tanti altri materiali. Esistono infinite varianti di forme, dimensioni e colori a seconda dell'uso e delle mode del periodo.


Disegno della forma delle fibbie, illustrazione di Alessandra Mambelli.



Alcuni esempi di fibbie a doppio telaio, illustrazione di Alessandra Mambelli.

Le fibbie sono di fogge diverse e vengono attaccate alle vesti o altro in varie maniere. 
Le fibbie di solito hanno una forma di un medaglione rotondo, ma ne esistono altre come quella semi rotondo, ovale, quadrato, rettangolare, trapezoidale, a losanga, forma “D” o di quadrifoglio e altre di gusto fantasia che cambiano in base al periodo storico e alle mode del periodo.
Mentre, il telaio della fibbia può essere piatto, angolato e arrotondata al centro.
Inoltre, il telaio potrebbe essere singolo o doppio.
La parola fibbia nasce dal latino figere e significa attaccare. Gli antichi romani la chiamavano fibula, in francese è boucle, in spagnoli hebilla, in tedesco schnalle e in inglese buckle.
Le fibbie moderne, generalmente sono composte da quattro parti: telaio, morsetto, barra e ardiglione. Quest’ultimo talvolta potrebbe capitare che in alcuni esemplari non sia presente. Le fibbie antiche come quelle romane hanno una semplice cornice a forma di “D”, in cui il polo o la lingua si estende da un lato all'altro. Nel XIV secolo, emersero delle fibbie con un doppio anello o cornice a forma di “8”. Ciascuno dei denti della fibbie viene attaccato al montante centrale. La comparsa di fibbie in più parti con il morsetto e spille rimovibili, che si trovano comunemente sulle scarpe, avvenne in seguito nel XVII secolo.
Nello specifico le fibbie sono composte dal:
  • telaio è la parte più visibile della fibbia e le tiene tutte insieme. Queste sono disponibili in varie forme, dimensioni e decorazioni. La forma della cornice potrebbe essere ad esempio quadrate, rettangolari, ovali, circolari, “D”, ecc. Le decorazioni della fibbia possono essere posizionate al suo interno. Inoltre, quest’ultime spaziano da forme incuneate, riferimenti di immagini a persone ed animali o di insegne di un'organizzazione desiderata. Il cinturino può essere di cuoio o metallo ed essere inserito su borse, valige, calzature, abbigliamento e altro. In alcuni telai al mosto dell'ardiglione c'è uno spillo che serve per bloccare lo scorrimento della cintura. Infatti, la fibbia viene fissata a pressione tramite uno spillo anteriore all'interno di un buco;
  • ardiglione è il diminutivo del termine francese dard ("dardo", "punta di freccia"), che significa "piccolo dardo" o "piccolo puntale". Questo è un perno in genere realizzato in acciaio of altri metalli. Originariamente questo oggetto indicava la punta, mentre il resto potrebbe essere definito linguetta o rebbio che è presente nella fibbia. Attualmente si indica anche la stanghetta mobile che può essere appuntita, piatta, inarcata, singola o doppia. Questo serve ad impedire lo scorrimento della cintura nella staffa della fibbia. Inoltre, questa può essere incernierata su un lato della fibbia che viene inserita in uno dei fori della cintura e permette di bloccarla andando ad appoggiarsi sul lato opposto della fibbia;
  • spillo o punto o pin in alternativa all'ardiglione potrebbe esserci una piccola protuberanza sulla cornice della fibbia. Questa ha la stesa funzione ed è fatta dello stesso materiale;
    • barra serve a contenere l’ardiglione;
    • morsetto serve per collegare la fibbia alla cintura. Questo potrebbe essere montata sulla barra per consentire di fissare un'estremità della cintura prima di fissare l'altra estremità regolabile. Il morsetto è dotato di dentini che vengono fissati all'estremità dell’asta. In alternativa al morsetto ci sono altri modi per fermare la fibbia e sono:
    • fibbia a vite è dotata di una o più viti che servono per assicurarsi;
    • fibbia con vite sono dotate di un’asola di pelle su cui è cucita la fibbia e quindi assicurata all'asta con un fermo;
    • fibbia con bottoni, è molto simili a quelle cucite con l’eccezione che vengono fissate all'asta della cintura tramite uno o più bottoni;
    • cucita si tratta della cintura più comune dove la fibbia è assicurata alla cintura grazie ad un’attenta cucitura;
    • perno in metallo della fibbia. Questo potrebbe essere progettato in vario modo. Inoltre, viene montato sulla barra per consentire la sua regolazione e fissato da un’estremità all'altra della cinghia. Questo permette di facilitare la loro rimovibilità, intercambiabilità e avvantaggia la sua sostituzione nel caso in cui lo si volesse fare.
La fibbia è corredata per il suo corretto utilizzo da varie parti accessorie che sono:
  • Puntale, solitamente è di forma triangolare, posto alla fine della cinghia;
  • Passante, serve per inserire la cinghia e tenerla ferma dopo avere allacciato la fibbia;
  • Cinghia, pezzo di pelle, stoffa o altro materiale munita di fibbia e serve per chiudere qualco
    sa.

Bibliografia, cataloghi e sitografia

AZZALI MARIELLA, Dizionario della moda, Bologna, Calderini, 1990, 1 ed.
CAPPELLO BIANCA e MAGRT SAMUELE, Storia della fibbia tra moda e gioiello (1700 – 1950), Skira, 1 ed. 2018.
EGAN GEOFF e PRITCHARD FRANCES, Dress a Accessories 1150-1450 Medieval finds from excavations in London, Boydell Press, 2002.
https://www.casanova1948.com/meet-casanova1948/it/identificare-il-tipo-di-fibbia-delle-propria-cintura/
https://www.etimo.it/?term=fibbia
https://www.treccani.it/enciclopedia/fibbia_%28Enciclopedia-Italiana%29/
https://www.treccani.it/vocabolario/fibbia/
https://en.wikipedia.org/wiki/Buckle

mercoledì 18 novembre 2020

Ditale

Cos'è il ditale

Ditale.

Il ditale da cucire insieme all'ago e al filo sono degli strumenti indispensabili per cucire i bottoni. Quindi, di estrema importanza senza di essi i bottoni non avrebbero alcuno scopo di esistere almeno come li conosciamo attualmente. Per questo motivo vorrei dedicare un capitolo alla sua storia così curiosa e che ha destato secondo un certo fascino.
Il ditale è un piccolo oggetto usato per proteggere le dita, mentre si cuce a mano o si ricama e serve per evitare di forarsi con l'ago. Questo si infila sul dito medio o indice, dipende da come uno si trova comodo, e serve per spingere la cruna dell'ago attraverso gli strati di tessuto oppure cuoio o altro ancora.
Originalmente il ditale deriva dal Franco deel e da quello moderno dialettale deau, mentre dallo spagnolo e portoghese dedal, dal rumeno degetar, dal francese doigtier, dal latino digitàrium, dal latino contratto digitàle, dal latino scientifico digitalis, dal latino classico digitalis (vuol dire a forma di dito) e infine si trasforma in dig'tale. Quest’ultima parole vuole significare copertura delle dita in forma di anello o cerchio in metallo da mettere sul sito medio, per spingere meglio l’ago sul tessuto o pelle.
Secondo “The Academy of Armory” di Randle Holme del 1688 in una sua illustrazione mostra un paio di forbici in mezzo a due ditali diversi. Infatti, uno è adottato dal sarto, è di forma cilindrica, con la parte superiore aperta. Questo probabilmente perché la maggior parte delle cuciture tradizionalmente fatte da loro erano lavorate sul corpo o lontano da esso.
In alternativa potrebbe anche essere perché preme con più forza sulla parte laterale del dito. Inoltre, questi ditali venivano utilizzato dai pescatori, cacciatori e inseriti nei corredo dei militari per ripararsi gli indumenti. Mentre quello da sarta ha la parte superiore chiusa, sicuramente era dato dalle cuciture per lo più realizzate da destra verso sinistra o viceversa. In altri casi si ipotizza che le donne premono la forza sulla punta del dito per fare attraversare l’ago sul tessuto.

Storia del ditale

L'essere umano usa il ditale da millenni, risalgono le sue tracce perfino dal Neolitico. I primi esemplari utilizzati, venivano tenuti sul palmo della mano. Invece, il più simile a quello odierno faceva la sua comparsa 2.000 anni fa circa. Questo aveva la forma di un anello aperto sulla punta.
Poiché, da oltre 10.000 anni fa utilizzavano dei piccoli sassi. Questi servivano come attrezzo per far passare l’ago attraverso il materiale da cucire.
Nel territorio del Mediterraneo sono stati ritrovati dei ditali in bronzo di 2.500 anni fa circa. Mentre, gli antichi Romano avevano il primato per la loro diffusione in altre parti di Europa. Questo accadeva dopo il 100 d. C. Il ditale più conosciuto di origine romana e antico è stato 
trovato a Pompei. Realizzata in bronzo, è stato datato al I secolo d. C. Un altro ditale di origine romana è stata trovato anche in Verulamium, nel Regno Unito.
I ditali chiusi iniziarono a fare la loro comparsa nel Medioevo. Questo strumento d'uso diventa un oggetto ornamentale, da collezionare ed esporre in casa in delle vetrinette in sala da pranzo o dovunque si desidera. I ditali in generale sono realizzati in acciaio inossidabile, ma possono trovarsi anche in altri materiali come vetro, smalto, ossa, bronzo, ferro, avorio, porcellana, madreperla, legno e metalli preziosi come oro e argento.
Santa Hildegard di Bingen quando decise entrare in convento nel 1.150 aveva dichiarato di possedere nel suo corredo un ditale.
Nel XVIII secolo Norimberga si iniziarono a creare i primi artigiani dove producevano dei meravigliosi ditali.
Paracelsus scoprì il metallo zinco e questa scoperta diede l’inizio a nuovi prodotti in ottone e anche dei ditali.
Nel 1.537 nasceva a Norimberga il primo regolamento per gli artigiani dei ditali.
Nel 1.568 Nostro Ammann rappresenta un libro nel quale trattava l'argomento di tutti i mestieri artigianali in xilografia. Tra questi erano presenti produttori di ditali.
A partire dal 1.628 erano presenti i mulini dei ditali in Olanda. Mentre dal 1696 Bernhard von der Becke di Iserlohn costruiva un laboratorio per ditali in ottone in un mulino ad acqua a Sundwig.
Il prima ditale fatto in Inghilterra fu prodotto nel 1.695 da un lavoratore di metallo olandese chiamato Lofting. Questo è stato chiamato il “pollice - campana”, poiché veniva messo sul pollice ed era a forma di campana. La struttura è cambiata, ma il nome è rimasto.
Dal 1.700 l’olandese J. Lofting iniziava a produrre a Londra ditali con una macchina. Questo diede una velocizzata alla produzione e fu l’inizio dell'industria del ditale. Trascorsi una decina d'anni si estese la produzione di ditali a Rheinland, Sundwig, Iserlohn e altrove. In alcuni luoghi dove non sapevano produrre nel proprio territorio i ditali cercarono di studiare e capire i segreti da chi conosceva il mestiere. Un caso in particolare è degno di nota, infatti l’imperatrice Maria Theresia portò in Austria segretamente in maniera clandestina dei maestri di ditale da Norimberga nascondendoli dentro a dei carri da fieno per evitare che li scoprissero. Così dal 1.763 anche loro riuscirono a produrre indipendentemente i propri ditali.
Argentiere J. F. Gabler di Schondorf nel 1.824 presentò i suoi ditali al pubblico. Pertanto diede inizio ad una vasta produzione mondiale. Nell’Ottocento questo oggetto poteva essere conservato in un contenitore minuto fatti in legno o metallo foderati o sfoderati, a forma di nocciola o cilindrica e talvolta rifiniti con temi floreali. Questo accade grazie all'unione di altre due ditte Soergel & Stollmeyer di Schwäbisch Gmünd e la Lotthammer di Pforzheim e così la Germania del sud fu il centro mondiale per la produzione di ditali.
Si diffusero altri centri di produzione di ditale in Francia, Inghilterra ed America.
I ditali da collezionare iniziavano a diventare popolari a partire dalla metà dell’800 poiché sono stati prodotti dell'esecuzione speciali per la grande mostra tenutasi a Crystal Palace in Hyde Park, Londra.
Il ditale in metallo tutto punzonato in alto nasce nell’Ottocento inizialmente veniva prodotto a mano in seguito furono inventate delle macchine fatte a posta per ottenere questo effetto.
La ditta Gabler nel 1.963 fu venduta a Helmut Greif a Winterbach. Lui la modernizzò, ma fu distrutta irreparabilmente in seguito ad grosso incendio qualche tempo dopo.
A Creglingen 8 agosto 1.982 fu inaugurato il museo del ditale da Thorvald e Brigitte Greif. Questo è avvenuto grazie alla collaborazione dei fratelli Gabler di Schorndorf che nel 1.963 fu rilevato da Helmut Greif, il quale costituisce la base per questo museo privato, unico al mondo.
A causa dell'incendio della fabbrica dove si era perso un’importante produzione; Helmut Greif diede inizio a delle intense ricerche sulla storia e provenienza del ditale. Questa fu la spunta fondamentale che li diede la forza per andare avanti e per aprire quel museo.
I ditali del XIX secolo sono stati prodotti in argento.
Charles Horner li ha resi ancora più resistenti inserendo uno strato di acciaio dentro e fuori dall'argento. Lui li ha chiamati Dorcas e sono molto apprezzati tra i collezionisti.
I ditali degli anni ‘30 e ‘40 inglesi erano di colore rosso per coprire la pubblicità.

Tipologie di ditali

Illustrazioni di alcuni ditali.

Qualcuno ha mai pensato che si potesse scegliere tra vari modelli di ditale più adatto a se? Attualmente in commercio si possono trovare vari tipologie da disporre sulle dita in base alle proprie necessità. Inoltre, esistono in commercio anche quelli scoperti nella parte superiore che sono utilissimi per le persone con le unghie lunghe. Altri sono prodotti in materiali mordi per chi preferisce qualcosa di soffice. Qui di seguito vengono proposti alcuni esempi illustrativi e in quelle mansione sono più indicati. Comunque sia il modello più reperibile o adatto alla persona, quando si cuce a mano usare il ditale sarebbe indispensabile. Questo è uno strumento importante che potrebbe rendere l’esperienza del cucito qualcosa di migliore.


Ditale in metallo
Ditale in metallo.

Questo è il più tradizionale e si trova facilmente in commercio. Presenta delle rientranze che sono utili per catturare l'estremità dell'ago. È fondamentale quando ne si acquista uno assicurarsi che si adatti bene. Dovrebbe essere abbastanza comodo da non cadere, ma non troppo stretto da far male al dito.

Grip & Thimble
Ditale Grip & Thimble.

Questo ditale è progettato per aiutare a spingere i tuoi aghi da cucito attraverso il tessuto da cucire.

Ditale Sashiko

Ditale sashiko.

La tecnica giapponese Sashiko (raffinata tecnica ornamentale ad ago giapponese nata tra 1615-1868) di conseguenza ha il suo ditale che è chiamato nello stesso modo. questo è indossato sulla base del dito medio, proteggendo la parte superiore del palmo. L’ago viene spinto attraverso la parte superiore del palmo per permettere di attraversare il tessuto.

Ditale ad anello in metallo

Ditale ad anello.

Ditale in metallo a forma di anello, regolabile. Adatto per il ricamo e non solo, può essere utile per chi ha le unghie lunghe.

Sotto ditale

Sotto ditale.


Il sotto ditale è ulite per il trapunto a mano, aiuta a spingere l’ago attraverso il tessuto. Occorre applicarlo sul dito indice nel quale spunta fuori la punta dell’ago. Questo strumento di attacca con uno degli adesivi riutilizzabili forniti all'interno della confezione. Solitamente sono prodotti in metallo, ma non manca esempi prodotti in altri materiali definiti come ditali imbottiti. Quest'ultimi sono stati progettati per impedire lo sfregamento dell'ago sulle dita, sono di forma cilindrica e solitamente sono realizzati in pelle. Inoltre, si possono attaccare e scattare più volte per poter essere riutilizzati in caso di necessità. 

Ditale in pelle con placca di metallo sulla punta


Ditale in pelle con placca in metallo.

Il ditale in pelle con una placca di metallo è molto versatile. È realizzato in modo tale da modellarsi sul sito e di conseguenza lo rende comodo da utilizzare. La piastra metallica sulla punta consente di spingere l’ago sul materiale da lavorare e allo stesso tempo di non ferire il dito. Presenta un difetto, niente apertura nella parte superiore, quindi potrebbe non essere indicato per coloro che hanno le unghie lunghe.

Ditale in pelle
Ditale in pelle.

È ancora più comodo, poiché non ha parti metalliche, però offre una protezione inferiore, rispetto a quello precedente. Inoltre, ha un'apertura nella parte superiore o ha prese d'aria laterali per consentire al dito di "respirare". Quindi è funzionale per coloro che hanno unghie lunghe. Talvolta si può trovare con l'elastico sulla parte superiore del dito.
Infatti, molte trapuntai preferisco il ditale in pelle. Disponibile in varie taglie. Come ogni pezzo di pelle, più lo usi, più si ammorbidisce e si adatta alla propria mano.
Solitamente questo strumento è fatto con la pelle di capra.

Ditale ad anello in plastica


Ditale ad anello in plastica.

Questi potrebbero non essere molto utili. Pertanto, la pelle stessa può essere penetrata dall'ago, anche se l'inserto in plastica rosa dovrebbe protegge il dito. Tuttavia, la corda che tiene insieme il ditale sul retro tende a rompersi molto facilmente. Questi non coprono la punta delle dita.

Ditale semi-aperto

Ditale semi-aperto.

Questo offre una buona protezione, rende un po' difficile il suo utilizzo, però sono ottimi per lavorare dei materiali molto spesso perché offrono una spinta in più. Ha un'apertura nella parte superiore, quindi funzionerebbe molto bene per qualcuno con le unghie lunghe. Si regola aprendo o schiacciando le linguette metalliche. In alternativa il ditale regolabile di plastica ed è messo a punto immergendo in acqua calda e poi inserendolo sul dito. Questi possono essere trovati in plastica e in metallo.

Ditale fatto in casa

È un ditale di auto-produzione ottenuto con un cerotto avvolto intorno al sito. Adatto per chi non ne possiede uno e vorrebbe aver modo di crearne uno fatto in casa.

Ditale in polietilene

Ditale in polietilene.

Il ditale in polietilene è progettato per il trapunte. È indossato sul pollice con la fossetta rivolta verso il basso. L'ago scorre nella scanalatura e quindi si appoggia sulla fossetta. Il potere di urto del pollice viene utilizzato per spingere un ago attraverso più strati di tessuto e imbottitura. Forse non è dedicato per chi ha le unghie lunghe perché non è aperto sul davanti.

Ditale in plastica morbida
Ditale in plastica morbida.

Il ditale in polietilene è progettato per il trapunte. È indossato sul pollice con la fossetta rivolta verso il basso. L'ago scorre nella scanalatura e quindi si appoggia sulla fossetta. Il potere di spinta del pollice viene utilizzato per spingere un ago attraverso più strati di tessuto e imbottitura.

Ditale morbido
Ditale morbido.

È realizzato in materiale resistente alla perforazione, ma flessibile. Questo fornisce una migliore vestibilità e comfort. È disponibile in tre dimensioni. È ideale per il trapunto e i lavori artigianali.

Ditale in gomma
Ditale in gomma.

I ditali in gomma non sono utilizzati di solito per confezionare dell'abbigliamento, ma sono più indicati per sfogliare le pagine dei libri, fogli, riviste, moduli, ecc. La sua caratteristica distintiva sono dei puntini che escono in fuori e che permettono di trattenere con forza a se, in alternativa rischierebbe di scivolare.

Materiali

I produttori di ditali con il passare dei secoli si sono evoluti per creare e migliorare un prodotto di qualità superiore e molto più funzionale. pertanto sono stati introdotti dei nuovi materiali oltre a soliti per produrre i ditali e sono: legno, pelle, latta, avorio, osso, bronzo, ferro, argento, oro, ottone, acciaio inossidabile, porcellana, plastica, gomma, polietilene, ecc.

Curiosità sul ditale

Il ditale non è solo utilizzato per cucire, ma si ricollega ad alcuni usi associati alle credenze popolari e mitologie. Per esempio nel XIX secolo si utilizzava per misurare gli spiriti da questo nasce la frase “solo un ditale”.
Le signore della notte, li usavano nelle pratiche per colpire con il ditale una finestra e si voleva annunciare la loro presenza. Inoltre, era una pratica quotidiana toccare la testa con il ditale degli alunni indisciplinati dai docenti vittoriani.
I ditali sono anche utilizzati come pegno d'amore. Inoltre, sono utili per mettere del sandalo dentro un ditale all'interno di un armadio o dove si vuole, così facendo le tarme stanno lontane.
La gente che colleziona ditali sono conosciuti come digitabulists in Inghilterra.
Un ditale in miniatura è presente in alcuni Monopoli di un certo tipo. Pertanto, si possono collezioni degli splendidi ditali presenti come dei souvenir turistici da regalare o acquistare in vacanza.
Moschino nella collezione primavera/estate del 2019 ha ideato un cappello a forma di ditale.
Infine, con il ditale si possono creare dei curiosi orecchini, bracciali, collane, ecc.

Bibliografia, cataloghi e sitografia


FERRARI OTTAVIO, Origines linguae italicae, Frambotti, 1676.
https://books.google.it/books?id=-slKAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=ditale&f=false
NORTH SUSAN, JENNY TIRAMANI Seventeenth-century women’s dress patterns, book one, 2015, V & A Publishing.
ZALLI CASIMIRO, Dizionario piemontese italiano latino francese, volume 1, Tipografia Pietro Babie, 1830, https://books.google.it/books?id=QHHhqSYbSdgC&hl=it&source=gbs_navlinks_s.
http://thimbles.co
http://www.sartoriarobu.it/v4/2018/04/19/il-segreto-del-ditale-aperto-o-chiuso/
https://www.treccani.it/vocabolario/ditale/
https://www.treccani.it/enciclopedia/digitale/
https://www.etimo.it/?term=ditale
https://en.wikipedia.org/wiki/Thimble
https://www.nortonhousequilting.com/blogs/news/thimbles-through-time