sabato 18 febbraio 2023

Anni '70


Illustrazione di un bottone.

I bottoni negli anni Settanta sono esclusivamente a scopo funzionale, impiegati soprattutto nei capi sportivi. Inoltre, erano meno vistosi e con abbottonature nascoste dai parka e eskimo.
Il bottone in questo periodo subisce un tracollo, questo succede per il fatto che i costi di produzione erano elevati e per via di un mutamento radicale delle moda che evidentemente non necessitava più di esso e sostituibili con la cerniera considerata più pratica, veloce e di costi inferiore.
Negli anni '70 andava di moda la linea androgena e i bottoni non erano altro che dei dischetti piatti a quattro fori che potevano essere in vera o finta madreperla. Quest'ultima era realizzata dal petrolio, ma l'effetto che si otteneva era tale e quale alla vera madreperla, praticamente ad occhio nudo era irriconoscibile, infatti il bottone veniva trottato meccanicamente se si voleva cogliere la differenza tra i due materiali. Benché c'era una produzione inferiore non mancavano quelli in cuoi semisferici adatti sui mantelli loden, c'erano anche i bottoni di legno, di corno, o finto.
Oltre a Coco Chanel, anche altri stilisti come Gucci ed Armani, inserirono il loro logo all'interno dei bottoni usati nelle loro collezioni d'abbigliamento.
Il bottone si adatta alle diverse esigenze tendenze stagionali della moda. Con la comparsa delle giacche oversize, erano proporzionalmente cambiate anche e dimensioni dei bottoni e i loro colori che abbandonano le sfumature scurissime per sprazzi quelli più vivaci.
Mentre nella collezione di Zegna, Giorgio Armani, Cerruti riutilizzano i classici bottoni con i tondino piccolo ma cercano forme più consone alla nuova filosofia di abbigliamento che si troverà nel decennio successivo.

Bibliografia

DE BUZZACCARINI VITTORIA e MINICI ISABELLA ZOTTI, Bottoni & bottoni, Modena, Zanfi, 1995, 2 ed.
EPSTEIN DINA e SAFRO MILLICENT, Buttons, New York, Harry N. Abrams Inc., 1991.
FERRIGNI PIETRO COCCOLUTO, I Bottoni nell'arte e nella storia, Napoli, Colonnesse, 1993, 2 ed. 

Aggiornamento del 28/02/2023.
Aggiornamento del 1/03/2023.

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