martedì 23 novembre 2021

Storia della fibula


Fibula a forma di "S". L'originale è in oro e argento con pietre dure presente presso il Cividale del Friuli, Museo Archeologico Nazionale.

La fibula nasce dalla spilla tramite un processo evolutivo molto lento. Inizialmente utilizzavano le ossa acuminate degli animali, schegge di selce e spine. Quindi potevano utilizzare anche l'osso da cui prende il nome. Dalle prime citate forse deriverebbe la parola fibula che non è altro, che l'osso della gamba e quindi conosciuto anche come perone. Ma com'è possibile che si sia evoluta in una così spendita forma?
Probabilmente in seguito le popolazioni antiche dovevano in qualche modo ricercare e lavorare i materiali. Quindi avranno certamente adottato del metallo e inizialmente assomigliava più ad un ago gigante più che ad una spilla da balia. Insomma era un ago, spillo o spillone passa per la protofibula. In seguito forse questo strumento non era abbastanza sicuro perché il tessuto poteva uscire o l'ago era pericoloso e poteva fare male. Questo non si sa con certezza. Probabilmente qualcuno un ignaro inventore, avrà pensato di ripiegarlo su se stesso. Così il tessuto rimane in mezzo e in seguito per finire si è crea un arco, con la molla e la staffa che serve a fermare la punta ed evitare incidenti vari, crea stabilirà e sicurezza. Inoltre, la sua funzionalità vale a dire di trattenere la stoffa era diffusa in Egitto, in Palestina, in Siria, a Cipro, a Troia, nei paesi danubiani, nell'Italia settentrionale e in Germania.
La fibula apparve nella penisola italiana in tarda Età del bronzo (XIII-XII secolo a. C.) le fibule ad arco di violino e i suoi sottotipi, erano molto diffuse nel periodo tardo miceneo e sub-miceneo.
Mentre, durante l’Età del bronzo Finale (XI-X secolo a. C) era più utilizzata la “fibula ad arco semplice”. Pertanto nella prima Età del Ferro (IX-VIII secolo a. C.) si erano affermate differenti tipologie di fibule.
Nella cultura Villanoviana e Tirrenica era utilizzata in bronzo quella “ad arco di violino”. Ma, nel VIII secolo a. C. iniziano a subire delle variazioni infatti, l’arco si ingrossa e da cui deriva la “fibula a sanguisuga” e ad “servo a gomito foliato”. Nel frattempo iniziano a comparire quelle di influenza greco-coloniale come le fibule a staffa lunga o lunghissima tipo Ischia. Intorno al 720-630 a. C. venivano introdotte quelle a losanga ed a drago, che erano prodotte in metallo (oro e argento), lavorate in granulazione, filigrana e sbalzo. I Celti, nel 400 a. C. decoravano le fibule con smalto rosso e intarsi di corallo. Mentre in Gran Bretagna la produzione delle fibule vanno dal 600 al 150 a. C. e quelle ritrovate sono con l'arco piatto, penanulare o ad un unico pezzo, ed sono i rame o ferro.
Soprattutto nel periodo arcaico sia in Grecia che in Italia era particolarmente diffusa, ma in seguito con il periodo classico quasi inizia a diventare meno importante e poco utilizzato. Mentre in epoca barbarica avevano assunto una certa forma decorativa e di prestigio. Questa veniva disposta sulle spalle o sul petto, di pelle o di stoffa, in entrambi varia in base alla tipologia di abbigliamento che si proponeva di indossare. I Greci le adoperavano sul chitone arcaico, sul peplo, sulla clamide e sulla claina. Mentre, i Romani l’applicavano sulla palla, sul sagum e sul paludamentum militare. Queste fibule erano comparate al valore dei gioielli, considerate come qualcosa da donare o di onorificenza oppure insegna di potere.
In particolare gli antichi Romani intorno al V secolo in poi venivano prodotte un numero spropositato di tipologie di modelli differenti di fibule. Quindi la creatività degli antichi romani nel creare nuovi canoni estetici sempre differenti di fibule, non manca di certo. Cambino gli avvolgimenti a spirale, l'argo più o meno alto o stretto o largo oppure sottile o grosso, la staffa, tutto dipende dall'orientamento che si vuole ottenere se perpendicolare all'ardiglione. Inoltre anche i motivi decorati potevano essere prodotti con grande stile e ricercatezza nella fantasia di chi lo inventa, soprattutto sono molto differenti i modelli.
Uno dei modelli più conosciuti è quello a Scorpione si ispira alla fibula a Certosa, parte con la punta della staffa si ripiega verso l’arco, così permette di comporre un profilo sinuoso a forma si "S". Il profilo ricorda quello di uno scorpione e la coda ripiegata su se stessa in alto riconducendosi con l'arco è un esempio unico del suo genere. Partendo da questa deriva quella a balestra diffusa quasi in tutta Europa. Alcuni esemplari ritrovate nelle necropoli galliche presentano delle decorazioni rifinite con coralli e pietre preziose. Mentre per quanto riguarda quelle rinvenute ne territorio italico sono di scarsa rilevanza in quantità o perlomeno fino al periodo dell'Età Imperiale.
Invece, intorno al I secolo la situazione cambia e la fibula ritorna ad essere utilizzata maggiormente con maggiore vigore soprattutto nel costume militare e barbarico. Probabilmente dovuta ad una influenza di costume e cultura con i popoli straniere. Queste fibule utilizzate in questo determinato periodo storico sono caratterizzate da un gran numero di varietà di forme, dimensioni e ornamenti molto eleganti.
I temi rappresentati potrebbero essere antichi cicli italici, ad arco semplice, a staffa lunga, con lunghi pendagli sferici. Le forme variano da quelle di animali, di vasi, a sandalo, a bipenne, a pinzette ecc.
Generalmente andavano le fibule ad arco semplice, a cerniera, ad arco piatto, a croce romana o latina, ma non solo. Uno dei modelli più diffuso è quello a balestra, ma in questo periodo cambia un po' inizia a perdere il suo scopo e di conseguenza si trasforma in un semplice elemento decorativo, senza alcuna funzione. Un altro modello molto diffuso è quello a disco a grosso arco e coda svasata. Infine quella a croce latina ha dei bottoni all’estremità del capo e un elemento trasversale.
In Germania e in Scandinavia, utilizzavano la protofibula. Partendo dalla forma più semplice in seguito, compaiono diverse tipologie strutturalmente più complesse con doppi spirale all'estremità dell'elemento filiforme, allargato a nastro, a losanga, e con il capo della spilla trasformato in “T” oppure a doppia croce.
Alla fine dell’Età del Bronzo, in Europa centrale, soprattutto nella valle danubiana, la fibula inizia a subire delle variazioni locali. In particolare si ingrossa il dischetto spiraliforme alla staffa, l'arco s'intreccia orizzontalmente e di conseguenza crea delle nuove spirali.
La decorazione plastica si diffonde fin dai primordi dell'Età del Ferro, sulle fibule con protomi di animali o con figure di uccelli e di quadrupedi sovrapposte agli archi. Quest’ultime erano diffuse rarissimamente in Grecia. Talvolta, gli archi stessi si arricchiscono con forme di animali o di cavalieri. Queste manifestazioni era molto importanti nell’Italia protostorica. Esse corrispondevano ad un aspetto astratto, ed avevano nelle grosse fibule con dei corpi nodulari e tortili del periodo protovillanoviano. Inoltre, erano presenti degli esemplari con arco serpeggiante gonfi e con molli arabeschi. Gli Italici, introducevano le fibule con anelli mobili, piatti o rigonfi.
Partendo, dalla fibula antica partivano delle decorazioni polimateriche, vale a dire che venivano aggiunte delle specie di gemme. Infatti, erano ottenute da paste vitree o pietre più o meno pregiate che si incastonano nel bronzo o nell'oro. Intanto, i suoi precedenti modelli di ricerca volta al mondo celtico, anche se loro rivestivano l'arco delle fibule con elementi di materia diversa e le coloravano (pasta vitrea, osso, ambra, ecc.).
Un periodo particola è da ricordare quello delle invasioni barbariche che hanno contribuito ad influenzare lo stile della fibula.
Le fibule barbariche come pure quelle franche, ostrogote, celtiche, etrusche, a staffa, visigote e carolinge hanno delle caratteristiche propri, ma ad ognuna di queste si accomunano la preziosità dei materiali (oro ed argento per esempio) con cui venivano prodotte e le tecniche particolari e molto sofisticate che variano molto in base al territorio e alla cultura del popolo a cui appartengono.
In particolare le prime appartengo al periodo che corre dal V - IX secolo e rappresentano al meglio la loro arte. Infatti, venivano prodotte con maggior ricercatezza di dettagli, materiali preziosi, forme accurate e sfarzose negli ornamenti. In particolare adoperavano delle tecniche artistiche molto elaborate come per esempio la filigrana e il cloisonné. Ma non solo mostrano delle elaborazione dell'arte Romana delle repoussé, filigrana, granulazione, smaltatura, traforo e intarsio. Mentre l'ornamentazione venivano prodotti in forma geometrica, talvolta raffiguravano animali o elementi vegetali.
Per quanto riguarda le fibule potevano essere a croce romana, a "T" come quelli adottati e tipicamente caratteristici degli oggetti barbarici utilizzati nel periodo del basso impero, ma soprattutto con molta più frequenza dai franchi, burgundi e alemanni in età merovingia (V - VIII secolo).
Un altro esempio adottato da loro poteva essere quello di riprodurre in maniera stilizzata le forme di animali quali aquile, pesci, api, e molti altri ancora di tipo zoomorfo.
Inoltre non mancano esempi di fibule a forma di fermaglio, scudo, medaglioni, "S", a capo semicircolare detto gotico, e ottagoni. Infine, la fibula a Bizantina si differenzia dalle altre dato che questa ha tre o più pendenti oltre al fatto di essere molto più ricca e adornata rispetto alle altre di perle, decorazioni semplici o con figure, ecc. Per concludere è considerata una fibula a bottone, probabilmente questo è dato dalla sua forma circolare e quindi ne ricorda le sembianze, in apparenza estetiche.
Con il passare del tempo questo accessorio scompare nella sua funzionalità e rimane qualche rimembranza nelle spille contemporanee. In tal caso, quest’ultime hanno solitamente, ma non solo, uno scopo puramente decorativo.
Per cui la fibula ora è attualmente e dopo il Medioevo diventa e cambia nome con il conosciuto spilla. quindi non è scomparsa ma ha cambiato solo nome, anche se all'inizio del Medioevo erano conosciute come fibulae quindi come nome plurale. Ma la sua evoluzione sia di nome che di linea stilistica in spilla è tutta un'altra storia.


Bibliografia e sitografia


AZZALI MARIELLA, Dizionario della moda, Bologna, Calderini, 1990, 1 ed.
https://www.treccani.it/enciclopedia/fibula_%28Enciclopedia-Italiana%29/
https://www.connyskreations.it/2021/05/12/la-fibula-e-lorigine-della-spilla/
https://en.wikipedia.org/wiki/Brooch
https://it.scribd.com/document/268892182/Fibula

Aggiornamento del 15/03/2022.

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