giovedì 1 giugno 2017

Bottoni Antico Egitto

Bottoni Preistorici realizzati in ceramica e pietre,
di origine egizia, greca e iraniana. I bottoni ritrovati hanno
la forma di scarabei, fiori e segni vari.

Nell'antico Egitto (5.000 - 30 a. C.) indossavano un abbigliamento di linea geometrica di forma triangolare. Gli uomini indossavano un perizoma semplice definito pano, nelle classi inferiore. Invece, negli ambienti più agiati portavano lo schema che erano più elaborati, in lino, di forma triangolare e pieghettati  schentis.

Rappresentazione di come poteva essere indossato un pano o pagne. Illustrazione di Alessandra Mambelli.

Raffigurazione di un altro modo di come poteva essere indossato lì schentis. Illustrazione di Alessandra Mambelli.

Rappresentazione di un terso metodo di come poteva essere sistemato lo schentis. Illustrazione di Alessandra Mambelli.

Rappresentazione di vari modelli di pano o schentis prima del 1.500 a. C.

Statua di Anti-Shedu della IV dinastia, Museo Egizio del Cairo. La scultura rappresenta una persona con indosso uno schentis. Questo da un lato presenta delle pieghe, mentre dall'altro è liscio ed è trattenuto in vita da un nodo piatto.

Utilizzavano anche delle vesti trasparenti di lino bianco con copricapo costituito da un panno di lino per coprire la fronte, lascia scoperte le orecchie, cade sulle spalle e sul dorso fermato da un nodo. Poteva essere realizzato in tessuto di lino o cotone, questa acconciatura viene chiamata klaft. Esiste un casco militare che simboleggia la regalità guarnito dalla testa del cobra e dell'avvoltoio chiamato kheperesh
Rappresentazione di un esempio di alcuni modelli di abbigliamento maschile indossati nell'antico Egitto. Illustrazione di Alessandra Mambelli.

Nell'abbigliamento femminile indossavano una veste aderente, leggerissima, sostenuta da una o due bretelle. Inoltre, lasciava intravedere talvolta il seno scoperto dove veniva annoda  e questa è nominata kalasiris. L'emblema regale prende il nome di uraeus, ha una testa avvolta da un cerchio d'oro disposto sulla fronte termina con la riproduzione di una testa di avvoltoio di serpente. Utilizzavano in generale anche i sandali,  le collane, i bracciali,  gli anelli,  le spillo,  i diademi,  gli orecchini,  le parrucche.

Rappresentazione di come si inizia ad indossare un modello di indumento dell'antico Egitto.

Due tipologie di kalasiris. Una manicata, mentre l'altra no, entrambe giungono alle caviglie. Illustrazione di Alessandra Mambelli.

Kalasiris manicato, con scollatura a girocollo con un taglio sul centro davanti. Illustrazione di Alessandra Mambelli.

Modello di kalasiris con bratelle. 
L'indumento è lungo termina alle caviglie, lascia scoperti i seni ed è sostenuto da due bretelle poste su entrambi le spalle. Talvolta esistono dei modelli con una bratella sola e posta in maniera obliqua. Illustrazione di Alessandra Mambelli.


Modello di kalasiris. Illustrazione di Alessandra Mambelli.

Questa breve introduzione di storia del costume, serve come inquadramento per rendere chiaro il fatto che i loro indumenti erano sprovvisti di bottoni.
Durante alcuni scavi archeologici, sono stati rinvenuti in Egitto degli oggetti che ricordano per forma a dei bottoni  in particolare a Qua, ma anche a Dendera, Abydos e Kafr'Ammar vicino Tarknàn e un piccolo gruppo è stato ritrovato da El-Mahàsna, Hû, Abydos e Zaraby vicino Asyût. Un altro gruppo è stato ritrovato a Qâw El-Kebïr, Matmat e Mostagedda. Altri oggetti simili, ma meno comuni sono stati ritrovati a Gïza, Saqqàra e El-Haraga e a Kom el-Hisn e Abû Ghalen ad est del Delta. Questi oggetti solitamente sono stati rinvenuti da dei resti di un'antica civiltà dove sono presenti anche dei cimiteri. Lì sono stati scoperti alcuni elementi che ricordano per forma e dimensione a dei bottoni. Questi possono essere definito in vari modi in base all’ipotetico funzione come bottoni - allacciatura, bottone - distintivo, bottoni - decorativi o amuleto e bottoni - sigilli o sigillo a bottone. Il termine bottone è inaccurato dato dalla forma, è solo uno dei molti aspetti dubbiosi reso noto dagli oggetti che erano probabilmente usati come sigillo o amuleto.
Questi oggetti sono stati trovati in vari scavi e commercializzati talvolta dagli antiquari illegalmente, prelevandoli da molti siti archeologici che erano fiorenti e illeciti, inoltre spesso erano già stati svolti ancora prima delle escavazioni regolari. Pertanto, un grande numero di amuleti di design di questo periodo attualmente è esposto in dei musei collezioni privati.
I bottoni - allacciatura sono generalmente di forma circolari e hanno il gambo forato e che quindi potevano servire forse per affibbiare o fissare qualsiasi cosa. Ma, in tal caso non ci sono sostanzialmente testimonianze storiche a sostegno di questa teoria. Comunque si esclude il loro utilizzo come mezzo per allacciare gli indumenti per il semplice fatto che chi studia taglio storico nell'abbigliamento dell'antico Egitto sa perfettamente che non necessitano del bottone. Loro si avvolgevano la stoffa sul corpo e per fissarla utilizzavano delle fettucce, lacci, bende o praticavano dei nodi.
Mentre i bottoni - decorativi, si pensa che siano stati utilizzati per addobbare, rifinire gli indumenti o altro. Questi venivano cucire come un odierno, normalissimo lustrino. In generale però si poteva realizzare dei gioielli quali collane o bracciali. Infatti, i bottoni in questione sono dotati al centro o sul retro di un foro o di un gambo perforato per fare passare il filo o altro.
Al contrario nei bottoni - sigilli si ipotizza che potevano essere impiegati come amuleti e distintivo di rango. Infatti, si pensa che veniva considerato, il bottone come un rango distintivo equiparato a quelli adottati dai mandarini cinesi. Analizzando i segni presenti sui bottoni si possono notare la loro ripetitività e se capovolti, il loro significato rimane invariato. Per questo fatto si suppone che venissero utilizzati come distintivo di rango perché hanno la capacità di essere guardati da qualsiasi angolazione uno volesse e di conseguenza potevano essere compresi da chiunque. Questo avveniva, poiché i bottoni in questione sono incisi dei segni in rilievo dove sono raffigurate delle forme.

Alcuni esempi di bottoni provenienti dall'antico Egitto, pagina di W. Flinders Petrie, “Button and design scarabs”, 1.925.

Sui bottoni-sigilli Arthur Evans (1.851 - 1.941) era uno dei massimi studiosi su questo argomento. Lui, era un archeologo britannico. Infatti, durante i suoi scavi ha trovato le rovine dell'antica città di Knossos a Creta e Minoica. Il suo lavoro è stato uno dei maggiori successi archeologi che ha portato alla luce molti reperti tra i quali anche anche dei bottoni-sigillo. La maggior parte di questi si presentano lisci sul retro e non sono forati. Mentre sul davanti presentano delle raffigurazioni varie come animali, persone o segni incisi o altre.
Sicuramente si potrebbe ipotizzare che questi servissero per sigillare qualcosa al di fuori del campo dell'abbigliamento e per testimoniare la classe sociale di appartenenza.
I bottoni - amuleto ritrovati devono essere prima contestualizzati in base al luogo di ritrovamento. In modo schiacciante venivano associati e ritrovati soprattutto sui reperti femminili o nelle sepolture dei bambini. Loro erano usualmente trovati al collo e lungo il corpo a lungo come se fossero considerate delle perle di una collane. Un numero era portato alla luce stretto in mano o in stringhe intorno alle dita e pochi altri tra gli articoli da toilet usualmente posti in dei piccoli contenitori. Questo dettaglio potrebbe suggerire il loro impiego come uso identificativo militare e quindi come bottone - distintivo. Sebbene da questa evidente testimonianza archeologica suggerisce una netta contraddizione. Pertanto, gli amuleti potrebbero essere visti come dei gioielli femminili. Più probabilmente è possibile che gli amuleti venissero impiegati come dei semplici sigilli. Questo non è evidente da un singolo esempio bisognerebbe verificalo sulla base di varie testimonianze. Sebbene questa ipotesi potrebbe essere confutata con un altra dimostrazione attraverso un pezzo di argilla  che potrebbe essere espressa come possibile prova. Questa è stata scoperta nel 1905 fa Deutsche Orientgesellschaft nella spedizione del tempio di Neferirkare a Abūsir. È di forma ovale. Ma al di fuori delle precise indicazioni e contesto archeologico voler indicare questo oggetto come bottone - amuleto sarebbe poco saggio identificarlo in tale maniera, era probabilmente in uso come sigillo sulle basi di questo singolo esempio. Su altri esempi sono stati rinvenuti degli oggetti usati come sigilli su papiri e documenti redatti successivamente alla XI Dinastia, probabilmente potevano essere utilizzati anche prima.
Dal tempo dei primi bottoni - amuleti apparsi nelle escavazioni si potrebbe notare, chissà che non erano interamente Egiziani. Forse si evince dal fatto che presentano una tendenza nel ricercare ispirazione da modelli appartenete ad altre civiltà come quella cretese. 
Un gruppo di bottoni - amuleti sono stati rinvenuti a El-Mahâsna nel cimitero ma questi fanno parte della storia Egiziana.
Si potrebbe pensare che ci siano state delle influenze esterne nelle cultura materiale oppure no?
Potrebbe essere delle connessioni con il popolo Siriano evidenziato da alcune influenze asiatiche di forme cilindriche sui sigilli, ma è solo un'ipotesi poco plausibile data dal fatto che comunque rappresentano per materiale, aspetto, forme e cultura tipicamente egiziano.
Su questi accessori sono raffigurati vari elementi figurativi come monogrammi, animali, piramidi, corpi stilizzati e decorazioni varie.
La forma del dietro del gambo è generalmente quella di una piramide di varie dimensioni, più o meno arrotondate. La punta in altro potrebbe essere squadrata o rettangolare o arrotondata.

Illustrazione di alcuni gambi di bottoni dell'antico Egitto.

Un particolare modello degno di nota è l'esistenza di alcuni elementi che ricordano dei bottoni a forma di margherita di faience, sono attestati e provenienti dall'antico Egitto. Attualmente ne sono documenti circa 3.000 esemplari, di cui 10 presenti al Museo Fiorentino, ma solo un tipo ha un sistema ad incastro. Questi oggetti ornamentali sono di pietra dura e oro (cloisonnè), presentano uno schema definito a "rosetta", o "margherita" formati da petali aperti disposti intorno ad un bottone centrale. I petali variano da un numero di 8 - 16. Il retro di norma è liscio. Tali accessori venivano modellati e stampati con la tecnica faience in monocromia (giallo), dicromia (bianco - giallo o blu) e policromia. Talvolta nel caso in cui hanno un colore bicromo bianco e grigio, argento o bruno con il bottone centrale giallo, si pensa che la scelta cromatica sia dovuta alla necessità di imitare la tinta dei metalli preziosi. Possono raggiungere dai 1 - 3 cm, raramente raggiungono oltre i 4 cm e in casi eccezionali più di 6 cm.
Si ipotizza che avevano la facoltà di servire come elementi da monili - amuleti per collane o pendagli collegati mediante fori, passanti o anelli. Purtroppo quell'ultimo elemento è presente in pochi esemplari. 
Nel caso in cui venivano prodotti in serie, alcuni di questi venivano impegnati come piastrelle incastrate sopra delle superfici murarie dipinte. Mentre altre volte avevano lo scopo di essere applicate negli intarsi architettonici, le rosette venivano fissate alle pareti dei palazzi talvolta potevano essere fissate con un chiodo. 
Alcuni esempi rilevanti soprattutto quelli realizzati in faience testimoniati negli edifici databili a Ramesse III, a Medinet Hubu, Tell El Yahudiya e Quatir.

Bottoni a forma di margherita presenti presso il Museo Fiorentino. 

Una parte dei bottoni ritrova datati in questo periodo storico sono stati ritrovati a Qau, ma  sono di dimensioni inferiori rispetto a quelli ritrovati altrove. Altri siti archeologici egiziani dove sono stati ritrovati vari reperti tra cui alcuni bottoni come per esempio a Giza, Zaraby, Rafah, Copto, Harageh hu diospolis, Abadiyeh, Diospolis Parva, Memphis Egitto e Mahasna.
I bottoni di steatite benché sono i più antichi, di colore marrone, di forma conica e datato alla IV dinastia (2.575 - 2.465 a. C.). Mentre con un foro sul retro, invece risalgono alla V dinastia (2.465 - 2.323 a. C.). Questo, era realizzato con un materiale duro, calcareo e di colore giallo, intagliato a forma di stella con otto raggi. In seguito iniziano gli scarabei e nella VI dinastia (2.323 - 2.150 a. C.) si proseguirà con tanti altri tipi di bottoni quali squadrati, piramidali, con varie raffigurazioni di animali e altro.
Nella VII dinastia (2.150 a. C.) siriana raffigurato animali vari come i leone o forme geometriche. Bottoni smaltati in ceramica,  raffiguranti figure. Il destinatario spazia da babbuini, leoni, rane, scarabei incisi, rosoni, coppie di figure umane, croci.
Nella VIII dinastia (2.150 - 2.135 a. C.) sono rustici, raffigurano motivi geometrici greche come svastiche, linee parallele, quadrati, prismi, cupole, forme, segni e scarabei.
Nella IX dinastia (2.135 - 2.040 a. C.) scompare il bottone o perlomeno non ne sono stati ritrovati nel grande cimitero di Herakleopolis (grande città dell'antico Egitto).
Il design degli scarabei nella XII dinastia (1.994 - 1.781 a. C.) era molto influente.
Geroglifici incisi sui bottoni potrebbero simboleggiare l'appartenenza a Dio, reale, umana, animale, pianta e geometrico.
Si ipotizza che questi bottoni provengano da origini siro - mesopotamico e Babilonese. Inoltre, sono presenti dei bottone con raffigurato una svastica, a forma di croce proveniente da Cilicia (Turchia) e Aleppo (Siria). Questa tipologia di articoli potrebbe non appartenere completamente agli egiziani, ma essere importata da altri paesi vicini oppure copia di soggetti affini a loro. In particolare si pensa che alcune olivette ritrovate negli scavi archeologici siano provenienti dal sud dell'Europa importata in Egitto da degli invasori libici. Probabilmente guardando la qualità della produzione si potrebbe ipotizzare che sono di origine italica o greca. Suggerimento invasori provenienti dall'Asia centrale da Babilonia passando anche dalla Siria per giungere in Egitto durante la VI (2.575 - 2.465 a. C.) e VII dinastia (2.150 a. C.) segue in Anatolia (Asia Minore). Questa deriva dalla VIII dinastia (2.250 - 2.135 a. C.) che porta il quadrato geometrico come stile di progettazione. 
Il professore W. Flinders Petrie che era un’autorità nel campo di egittologia, ha scritto “Button and design scarabs” pubblicato nel 1.925. Inoltre, aveva contribuito in un articolo sui bottoni nell'antico Egitto nel libro “The Antiquary: A Magazine Devoted to the study of the past” nel 1.896.
In questo articolo lui aveva inserito non meno di ventisette fac-simile riproduzioni di antichi egiziani bottoni. Inoltre, lui sosteneva che questi bottoni siano stati copiati da qualcuno che non aveva idea e conoscenza piena della loro funzionalità.

Testimonianza di alcuni esempi di bottoni dell'antico Egitto pagina di W. Flinders Petrie, “Button and design scarabs”, 1.925.

I bottoni in generale possono raffigurare vari soggetti come figure umane, animali, ammasso di forellini e segni vari. Mentre, i materiali utilizzati per realizzarli sono il bronzo, steatite, cristallo di quarzo, vetro, alabastro, ametista, marmo, ematite, quarzo, ceramica, malachite, ambra, oro e legno anche se ne è stato ritrovato un solo esemplare.
Colore dichiara in qualche senso origine del materiale di cui è stato prodotto il bottone.
Per esempio nel caso sia nero è in steatite, potrebbe essere smaltato. Mentre se è smaltato di bianco di base è ceramica anche se normalmente di partenza è di colore marrone.
Il periodo della loro produzione varia e si sviluppa dal 2.500 al 500 a. C.
Con l'invasione dei siriani in Egitto nella VII dinastia (2.150 a. C.), si ipotizza che loro riproducevano e importavano degli oggetti a forma di bottone raffiguranti alcuni scarafaggi.
I progetti sui bottoni scarabeo potrebbero essere identificati come degli amuleti del vecchio regno.
Hanno uno stile simmetrico come forme ricordano quelli dei classici bottoni. Questa tipologia prodotto si ipotizza che provenga dall'Asia. Inoltre, si pensa che questi oggetti  fossero  importati da invasori dalla Libia e probabilmente il design era di origine italiano. Su un bottone ci sono raffigurate due individui accovacciati, invertiti da testa a piedi. Questo bottone è in osso ed è stato trovato a Tel-el-Amarna, e probabilmente datato alla XVIII dinastia (1.550-1.291 a. C.).
Un altro esempio raffigura un uomo attaccata da un leone e due figure, questo ha un doppio foro distante tra loro, realizzato in osso.
Un esempio dei bottoni definito di anima reale è in ametista proveniente da Loft in Upper in Egitto dove è rappresentato il sacro Hawk, l'emblema reale, in piedi faccia a faccia con un altro falco con Ankh, l'emblema di vita, tra loro. Si ipotizza che questo sia stato copiato qualche monumento da qualcuno che non era completamente del suo stesso uso e distribuito come simbolo reale. Poiché solo il sacro scarabeo veniva identificato uno un simbolo reale in Egitto.
Lo stile del bottone vero e proprio inizia nella VI dinastia (2.323 - 2.150 a. C.) portato dall'Asia .
In connessione con questi popoli erano nota le frequenti figure del dio Set ma anche della scimmia che punta una regione calda. La regolare produzione di bottoni parte dalla VI (2.323 - 2.150 a. C.) - VII dinastia (2.150 a. C.) anche se andarono in seguito in disuso successivamente. Questi vennero sostituiti da altri inseriti su un filo e indossati intorno al collo, ma usualmente utilizzano delle piccole perline.
Il retro del bottone spesso ha figure in rilievo prima di uno il testa di falco ippopotami teste, forma di piramidi, anche se non mancano figure varie e rane e lo stile geometrico ha leoni, topi ed ecc. I modelli di svastica greca modelli iniziano già nel il VI dinastia (2.323 - 2.150 a. C.), quello stile era esteso anche alle figure e diventa dominante nella VIII (2.150 - 2.135 a. C.) e IX dinastia (2.135 - 2.040 a. C.). Le rosette che appaiono sul retro nella VIII dinastia (2.150 - 2.135 a. C.) ebbero un’importante sviluppo sui bottoni a forma di cupola scanalata su quelli larghi il XXII (945 - 718 a C.) - XXV (775 - 653 a. C.) dinastia circa.
L'acquisto dei bottoni era più probabile come un simbolo/emblema. Questa rimane una questione importante circa le risorse di varie persone che portano in Egitto questi oggetti che vengono chiamati bottoni.

Testimonianza di alcuni esempi di bottoni provenienti dall'antico Egitto, pagina di W. Flinders Petrie, “Button and design scarabs”, 1.925.

I primi in comune hanno dei soggetti tipicamente non egiziani come il tema dell'alimentazione che parte  dalla VI dinastia (2.323 - 2.250 a. C.) sigillo cuboide  e si estendendo alla IV dinastia (2.575 - 2.465 a. C.), ma non al di là. La lucertola non sembra essere conosciuta come un emblema aspetto asiatico ma è spesso inciso su pietra/roccia dal meridionale montagne Algeria. Queste figure mostrano quello la lucertola era favorita soggetto dei libici tribù, e questo questi più devono essere un considerabile storto strato di libici in Egitto durante il IV (2.575 - 2.465 a. C.) - VI (2.323 - 2.150 a. C.) dinastia, non sottomesso agli egiziani civilizzazione, e in condizioni da avere le loro guarnizioni con il proprio distintivo.
Il periodo di questi guarnizioni è accuratamente segnato lontano dall'altro progetti bottoni di Siria e Mesopotamia origine che sono  più usuali dopo la lucertola scomparsa.
La scimmia progetto noi potrebbe aspettarsi essere africana ma scimmie sono non figure dell'algerino rocce.
Per quanto riguarda le raffigurazioni umane sui bottoni hanno delle forme tendenzialmente geometriche dalla VIII dinastia (2.150 - 2.235 a. C.) e non vengono considerate né religiose e neppure reali.
Terramare di Montale, Italia rappresenta una figura su un disco cupolino da Constantine una città in Algeria che commerciava in Egitto.
Invece, c'è un altro bottone di forma triangolare trovato a Anau datato circa 2.900 a. C.
All'interno del “Metropolitan Museum” a New York, nella sezione Antico Egitto sono presenti dei ritrovamenti di alcuni bottoni incisi in avorio piatto, i quali hanno un ponte nel loro rovescio fatto apposta per poterlo cucire sugli appositi indumenti, questi sono stati datati intorno al 3.500 a. C.
Nella tomba di Nefertari che è morta nel 1.254 a. C. è stato ritrovano nel corredo funebre un oggetto che ricorda per forma e aspetto un bottone. Questo è fatto in ceramica azzurra con il cartiglio della sua dinastia. Mentre nella tomba di Negadeh sono stati ritrovati dei bottoni risalenti a 2.000 a. C. Infatti, con questi esempi si potrebbe dimostrare che i corredi funebri comprendevano anche dei bottoni libici, in osso e perforati sul retro e i più sono stati datati intorno all'Età del Bronzo. Questi bottoni, in generale venivano realizzati di varie forme tra cui circolari, triangolari e ovali, presentavano delle decorazioni incise che talvolta potrebbero ricordare dei fiori, linee, fori e barche. Il foro per cucire si presenta nel retro del bottone.



Bibliografia, sitografia e cataloghi

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GALLAVOTTI GIORGIO, Bottoni arte, moda, costume, società, seduzione, storia, Villa Verucchio, Pazzini, 2009, 3 ed.
GALLAVOTTI GIORGIO, Il Museo del Bottone Gallavotti - Guida alla Visita - Il bottone - La memoria della storia 1600-1700-1800-1900, Valmarecchia, Topolino, 2011, 6 ed.
HOLKEEBOER STRAND KATHERINE, Patterns for Theatrical Costumes: Garments, Trims, and Accessories from Ancient Egypt, 1915, Editore Drama Pub, 1 Aprile 1993.
JONES W. UNITE, Common Commodities and Industries - The Button Industry Pitman's -, London, New Nork: Sir I Pitman & Son, 1946, 2 ed.
KÖHLER KARL, A history of costumeby, 1930, Editore ‎Dover Pubns, 1 giugno 1963.
https://archive.org/details/historyofcostume00khle/page/46/mode/2up
PETRIE W. FLINDERS, Britsh School of Archaelogy in Egypt Twenty-fourth year 1918 - Button and design scarabs – Illustrated by Egyptian Collection in University College, London, 1925, 1 ed.
The Antiquary: A Magazine Devoted to the study of the past, vol. 32, 1896, 1 ed.
WARD A. WILLIAM, The Origin of Egyptian Design-Amulets ("Button Seals"). The Journal of Egyptian Archaeology 56 (1970) pp. 65 - 80, Accessed September 7, 2021. doi:10.2307/3856043.

Aggiornamento del 9 Settembre 2021.

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