martedì 6 giugno 2017

Bottoni Etruschi

Bottoni Etruschi a forma conica con una perforazione a "V" ritrovati sulla tomba di Lippi, Museo Civico Archeologico di Verucchio.

Gli Etruschi erano una grande popolazione vissuta nella penisola italica intorno al IX - VI a.C. Le loro origini sono ancora attualmente sconosciute tuttavia tendono a ipotizzare la loro provenienza da territori mediorientali (Anatolia) o dall'Europa centrale. I primi insediamenti risalgono all'età del Ferro (IX - VIII a. C.) nell'attuale Toscana è alto Lazio. In seguito si espansero in tutta Italia tenendo rapporti commerciali con le popolazioni vicine (Grecia e Fenici) fino all’invasione dei Romani.
Nell'abbigliamento avevano una linea ampia e morbidamente drappeggiata. Queste solitamente portavano dei bordi con colori in contrasto. Generalmente uomini e donne non si distinguevano dall'abbigliamento. Infatti, loro portavano due elementi fondamentali in comune: una tunica e il mantello. Questi subiscono delle variazioni a seconda di chi li indossa nelle dimensioni e nella forma. In generale portavano un'ampia tunica a maniche corte realizzata con un tessuto leggero chiamato chitone. Sopra a questo indossavano un mantello succinto che prende il nome di trabea, se era ampio conosciuto come tebenna. Quest'ultimo veniva portato anche senza tunica. Come copricapo portavano un cappello conico chiamato tutulus o delle cuffie. Calzavano degli stivali stringati con punte pronunciate nominati calcei repandi. Inoltre, siccome erano abili con una straordinaria raffinatezza rappresentativa in oreficeria producevano e indossavano fermagli, anelli, collane e orecchini.
Gli Etruschi cucivano sulle loro vesti funebri dei "bottoni" raffiguranti farfalle o a forma di coni. Secondo la loro concezione i bottoni a forma di farfalla dovevano aiutare lo spirito a passare oltre la vita terrena ed erano disposti in maniera ornamentale per impreziosire i loro indumenti. Infatti, sono stati ritrovati dei bottoni nella tomba di Lippi attualmente sono presenti presso il Museo Civico Archeologico di Verucchio. Questi piccoli oggetti sono in ambra a forma conica, di diverse dimensioni, i quali presentano sul rovescio due piccoli forellini a forma di "V" che permettono l'accesso al filo per essere unito sulla stoffa, ma manca la presenza di abbottonature ed asole. I bottoni di questo tipo, applicati ad un tessuto dovevano dare l'immagine di preziosità analoghe a quelle delle borchie in bronzo. Questi sono stati ritrovati sparsi nella tomba, probabilmente per il fatto che il filo in fibra vegetale, con cui sono stati cuciti si è deteriorato oppure può essere che con il peso del bottone stesso si sia spezzato.
Gli Etruschi quotidianamente per allacciarsi gli indumenti utilizzavano dei legacci.
A Verucchio era particolarmente apprezzata l'ambra, a tal punto che serviva per creare o ricoprire vari oggetti che risultano particolarmente antichi. Inoltre, questo materiale, scarso nel territorio italico, ha un valore terapeutico e protettivo. L'ambra viene collegata anche al mito di Fetonte, figlio del dio sole chiamato Elio. Il racconto narra di una mattina, dove Fetonte chiese al padre di poter guidare il carro del sole per un giorno dimostrando così a Epafo di essere il figlio di Elio. Il dio del sole cedette a questa proposta anche se era contrario. Ma Fetonte non era in grado di saper tenere le redini dei cavalli e di conseguenza o andava troppo in alto nel cielo, facendo rabbrividire per il freddo la terra e bruciando così una parete della volta celeste che ha portato alla creazione della Via Lattea; o andava troppo vicino alla terra, sfiorando la Libia da rendere aridi i suoi campi coltivati. Conseguentemente, gli abitanti della terra chiesero aiuto a Zeus per tali avvenimenti particolarmente incresciosi, lui arrabbiato decide di colpirlo con un fulmine che lo incendiò. Fetonte precipitò nell'Eridano (fiume Po). Le sorelle di Fetonte, avvolte da un dolore struggente, non riuscirono a darsi pace e piansero incessantemente lacrime copiose. Gli dei decisero allora, di trasformarle in pioppi i quali disposti lungo la riva del fiume e dove lacrimavano ambra. Inoltre, l'ambra presente a Verucchio testimonia il periodo dell'Orientalismo etrusco che percorre dalla fine del VIII al VII secolo a. C., afferma la capacità di poter provvedere ai circuiti economici e la possibilità di realizzare dei manufatti molto raffinati e sofisticati.
L'abbigliamento e le usanze etrusche subiscono con il trascorrere del tempo e le influenze della cultura greco-romana. Questo accade anche nella storia del costume Etrusco. Un esempio è la scultura in bronzo di Marte a Todi. L'armatura presenta un metodi allacciatura che ricorda dei bottoni con al centro un foro e stringhe con legacci chiaramente indicati.

Marte di Todi,
Statua etrusca, in bronzo, di un guerriero, V secolo a. C. Il guerriero indossa una corazza e un tempo reggeva nella mano destra una patera e nella sinistra una lancia. Sul busto della corazza sono presenti dei cerchi che potrebbero assomigliare a qualche bottone e dovevano fermare l'indumento.


Un altro esempio Etrusco è il busto di Arrianna. Qui di seguito si possono notare una specie di oggetti circolari che potrebbero essere dei bottoni, sono presenti sulle spalle e braccia attaccati al chitone ionico. Ma non si ha la certezza se siano delle borchie, piccole fibule o altro, non è ancora del tutto chiaro.

Busto di Arrianna da Falerii Novi, III secolo a. C. Etrusco. Si possono notare diversi elementi che ricordano dei bottoni disposti lungo le spalle e le braccia, applicati sul chitone ionico.

Dea Diana, statua in terracotta, Etrusca, II-I secolo a. C. Costume tipicamente greco - romano, indossa un chitone ionico con sopra un himation. Sembrano entrambi fissati con una serie di piccoli bottoni circolari lungo le spalle e le braccia su entrambi i lati il primo. Mentre, il secondo solo su un lato.

Benché, gli esempi citati siano molto scarsi non significa che la civiltà etrusca utilizzasse in maniera sporatica, ma neppure che ne fosse ignara la loro conoscenza e neanche poteva avere quella abitudine acquistata con il passare dei secoli, che abbiamo noi nell'utilizzo dei bottone.
Pertanto, ancora non si può dire, ne conferma con certezza che gli Etruschi utilizzavano i bottoni per allacciare i loro indumenti.


Statua etrusca in terracotta di una giovane donna di fine IV-inizio III secolo a.C


Statua in terracotta di una donna.
Ultimo terzo del IV sec. a. C.
Dal deposito votivo nel santuario di Minerva Tritonia, Lavinium
Museo Archeologico Lavinium,
Pomezia (RM), Italia.


Bibliografia

AZZALI MARIELLA, Dizionario della moda, Bologna, Calderini, 1990, 1ed.
COSTANTINI MARTA CUOGHI e SILVESTRI IOLANDA, Il filo della storia Tessuti antichi in Emilia Romagna, Bologna, Clueb, 2005, 1 ed.
ELDERKIN MCK. KATE, "Buttons and Their Use on Greek Garments". American Journal of Archaeology, vol. 32, no. 3, 1928, pp. 333-345. JSTOR, doi:10.2307/497471. Accessed 30 June 2021.
https://www.jstor.org/stable/497471
MAUGERI VINCENZO, PAFFUMI ANGELA, Percorsi di storia della moda e del costume, volume 1, Edizioni Calderini edagricole, 2002, Milano.

Aggiornamento del 09/09/2021.
Aggiornamento del 30/01/2022.

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