venerdì 18 giugno 2021

Spilloni

Esempi di alcuni spilloni.

Lo spillone deriva dallo spillo (dal latino spinula), veniva ricavato, in origine, da diversi materiali quali potrebbero essere anche una spina, una lisca, un osso o un legno lavorato. In seguito questo venne prodotto in bronzo e in altri metalli. Pertanto, anche gli Eschimesi usavano per l'abbigliamento lisce di pesci, pezzi d'osso, di corno di renna e d'avorio di animali marini.
Gli spilloni erano diffusi nell’Età del bronzo e per tutti l’intera Età del Ferro e assomigliano ad un grosso spillo. Questi avevano la funzione di unire e trattenere le vesti (mantelli e tuniche) appuntati sulle spalle, sul petto, sulle braccia, sulla vita e sui fianchi in modo tale da creare anche dei drappeggi. Potevano raggiungere i dodici cm. Sono formati da una grossa capocchia, fatta in metallo, con un tondino rigonfiato che serve per impedirgli di sfilarsi. Mentre, il resto è sottile con l’estremità appuntita per permettere di essere infilato dove serve. In alternativa, gli spilloni potevano essere realizzati in avorio, osso, legno, bronzo, argento oggi anche in acciaio inossidabile. Infatti, la capocchia poteva essere prodotta in un materiale differente rispetto al gambo come il vetro, l’avorio, la perla, lo smalto, la madreperla, le pietre dure e possono rendere tale oggetto ulteriormente ancora più prezioso.
Pertanto, però gli spilloni, sono riconducibili perché di peso e dimensioni maggiori cioè sono più lunghi e con la capocchia più grande, rispetto a quella di un normale spillo. Inoltre, quelli adoperati nell’abbigliamento, alcuni forse sono dotati di perforazioni realizzate a posta; si pensa che potevano servire per l’inserimento di lacci. Inoltre, sono caratterizzati da un collo ingrossato o dalla presenza di noduli e di costolature. Tutti quest'ultimi venivano utilizzati come ferma-pieghe.
In epoca romana sono stati ritrovati degli splendidi esemplari con la grande capocchia lavorata con motivi ornamentali o simboli. Inoltre, le matrone gli adoperavano in oro per fermare le vesti oppure per trattenere le acconciature come pure le etrusche a sua volta facevano nello stesso modo. Così potevano fermare sulla sommità della testa i capelli raccolti a treccia.
Esistono varie tipologie di spilloni preistorici:
  • a drago;
  • a rotolo;
  • a riccio;
  • a pastorale tipo San Vitale;
  • con perforazione ad asola tipo castagna;
  • con capocchia troncoconica e collo ingrossato;
  • con capocchia a tromba;
  • tipo torri d’Arcugnano;
  • con capocchia biconica tipo Moncucco;
  • a capocchia di chiodo;
  • tipo Sarteano;
  • con capocchia ovoide liscia;
  • tipo Sover;
  • con capocchia a globetti schiacciato;
  • tipo castello valtravaglia;
  • con capocchia a vaso;
  • ad ombrellino tipo Fano;
  • con capocchia a noduli serrati;
  • a capocchia a rotella ha delle varianti di capocchia e sono:
    • o a 6 raggi tipo Narce;
    • o a 5 raggi;
    • o con 8 raggi tipo Vetulonia;
    • o con doppio ordine di raggi;
    • o con foro circolari;
    • o tipo Chianciano;
    • o a 7 fori;
    • o a 6 fori;
    • o con due ordini di piccoli fori.
Gli spilloni per l’abbottonare dopo gli antichi greci e romani penso che non ci sono altre testimonianze del loro utilizzo. In sostituzioni a questi ci sono le spille di sicurezza, fibule e fermacravatte. Oltre all'utilizzo di altri metodi di allacciare come il velcro, cerniera e bottone.

Sitografia

https://www.treccani.it/vocabolario/spillone/
https://www.academia.edu/7288812/Le_fibule_dal_V_al_I_sec_a_C_Le_fibule_a_cerniera_dalla_met%C3%A0_del_I_a_C_al_II_secolo_d_C?auto=download

Aggiornamento del 15/03/2022.

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