giovedì 17 giugno 2021

Bizantini

L'eredità degli antichi romani era raccolta dai Bizantini (330 - 1.453). Loro davano valore sugli elementi decorativi rispetto all'essenziale tipico realismo della romanità. La linea è rigida, a forma di trapezio. Indossavano la tunica chiamata bizantina. Questa era caratterizzata da bande ornamentali, partono dalle spalle conosciute come clavi.
Inoltre, indossavano un mantello di stoffa ovale dal nome di penula. Questo aveva un foro al centro per il passaggio della testa.
Utilizzavano i mantelli quello più adoperato si allaccia sulla spalla destra tramite fibula nominato clamide. Mentre, fra i pellegrini cristiani era preferito un mantello più tradizionale di ispirazione greco-romana denominato pallio.
Come mantello utilizzavano anche il sagum, di forma rettangolare allacciato sulla spalla con una spilla. Originariamente era utilizzato dai militari conosciuto anche con il nome sago adoperato anche dai mirati romani di forma quadrata di origine gallica appoggiato sulla spalle e affibbiato sul petto.
Decoravano in abbondanza i loro capi d'abbigliamento perfino inserendo delle gemme per arricchire le bande. Queste hanno un bene specifico e sono conosciuti come loron. Segno distintivo della fasce sociali era il tablion che sarebbe un rettangolo lo di stoffa colorato applicato sul davanti del mantello. Infine, si mettevano tantissimi gioielli per ostentare la loro ricchezza. Questo ovviamente nelle classi più agiate, il popolo meno agiato non se lo poteva permettere.
I Bizantini non utilizzavano i bottoni a meno che io sappia. Perline è quello che si può dedurre, attraverso i mosaici presenti sulle varie basiliche a Ravenna. Questo per quanto riguarda il primo periodo del loro impero. Infatti, spesso e volentieri loro sfoggiavano le fibule come mezzo per allacciare gli indumenti. Il loro abbigliamento è costituito una tunica di linea morbida che dà l'impressione da potersi infilare dalla testa senza bisogno la necessità di aperture e chiusure ulteriori. In alternativa si potrebbe ipotizzare l’utilizzo dei lacci, ma non ho fonti certi. Comunque è escluso qualsiasi utilizzo dei bottoni da parte loro.
Un collegamento dalla fibula al bottone si potrebbe introdurre con i fermagli dell'epoca bizantina. Infatti, gli imperatori e i personaggi di corte sono raffigurati con delle fibule su dei mosaici nelle chiese e basiliche o sulle monete, risalenti IV - VI secolo. Queste fibule venivano applicate sulla spalla destra e di forma circolare, fungevano da unione di due pezzi di stoffa. Pertanto, si potrebbe ipotizzare che il bottone sia un’evoluzione della spilla sostituendo l'ago metallico con un gambo.
Siccome l'impero Bizantino percorre diversi secoli, si espande verso oriente, di conseguenza subisce delle influenze arabe - turche, anche da alte culture, con il tempo cambiano le esigenza e le usanze nel campo dell'abbigliamento. Ragionando cronologicamente questo impero esiste ancora quando si instaura il Medioevo. Ha un effetto positivo in quanto è un popolo attivo nel diffondere l'utilizzo dei bottoni intorno al XIII secolo perché loro ancora esistevano in quel dato periodo storico. Tenendo conto di questa affermazione nel periodo tardo Bizantino iniziarono ad utilizzare un indumento lungo destinato all'abbigliamento maschile definito kabbadion conosciuto in Italia con il nome di caban o considerato come una sorta di caftano oppure gabbano. Si è diffuso tra XIII - XV secolo. Questo presenta in diverse raffigurazioni del periodo una fitta fila di bottoni sul centro davanti che permetteva di chiudere l'indumento. Generalmente si presenta come una veste lunga, termina alle caviglie e abbastanza attillato simile ad un attuale cappotto.



Ritratto del granduca Alexios Apokaukos e fa parte di una collezione del manoscritto delle "Opere di Ippocrate" da lui commissionata nei primi anni del 1340. Immagine trovata alla mostra del Metropolitan Museum of Art. Manoscritto conservato presso la Bibliothèque Nationale de France, Département des Manuscrits, Parigi.
È stato rappresentato con l'abito
nel suo ufficio. In particolare indossa un kabbadion blu, riccamente decorato e lo skaranikon, un copricapo cerimoniale, raffigurante l'imperatore regnante.


Costantino Acropolita o Acropolide, particolare della cornice dell'icona in argento sbalzato. Fotografia da 
 A. V. Bank, Byzantine Art in the Collections of Soviet Museums (Leningrad, 1977), fig. 245.

Questi sono gli unici due esempi attualmente, facilmente individuabili e rappresentavi. Rendono l'idea di come si è inserito il bottone all'interno dell'abbigliamento in un popolo che di base non lo utilizzava.

Bibliografia

MAUGERI VINCENZA, PAFFUMI ANGELA, Percorsi di storia della moda e del costume, volume 1, Calderini edagricole editore, 2002, Padova.
MARANGONI GIORGIO, Evoluzione storica e stilistica della moda, dalle antiche civiltà mediterranee al Rinascimento, volume 1, Edizioni S.M.C., 1997, Milano.
MARANGONI GIORGIO, Piccolo atlante storico della moda, quarantacinque secoli di storia del costume in sessantotto tavole a colori di Aldo Beltrami, Edizioni S.M.C., 1998, Milano.
FERRIGNI COCCOLUTO PIETRO, I bottoni nell'arte e nella storia, Colonnese Editore, 1993, ed. 2, Napoli.
SAKEL DEAN, Byzantine culture: Papers from conferenze "Byzantine days of Istanbul", held on the occasion of Istanbul being Europea Cultural Capital 2010, Istanbul, 21-23 May 2010,  Ankara: Türk Tarih Kurumu, 2014.

Catalogo

PARTESOTTI SILIPRANDI LEDA, Il bottone racconta, un viaggio nel costume nella piccola bellezza con un fedele testimone del suo tempo, Wigwam Editore, 2017, Vigorovea.

Aggiornamento del 09/09/2021.

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