Macè Maillard del 1271
situata a Villeneure Church,
Nantes, Pays de la Loire,
Francia.
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Queste donne utilizzavano fino a 38 bottoni sulla parte davanti, 20 su ogni manica, uno per ogni piega, intorno al collo. Questi bottoni venivano indossati come dei gioielli.
Questo accadde con la scoperta dell'America che favorì il traffico di oro e pietre preziose, i fabbricanti di bottoni si sbizzarrirono nelle forme e nelle lavorazioni che erano ogni volta più complesse e ricche, i bottoni diventano un elemento importante per l'abbigliamento e aumentarono anche le loro dimensioni. Vengono distribuiti, come ornamento, anche sui capelli e persino su berretti e fazzoletti; mentre le classi inferiori usavano bottoni di osso, legno, rame, bronzo, stagno, ottone, ferro, peltro e cuoio.
I produttori di bottoni sono i gioiellieri, i lavoratori di smalto, i ramai, i falegnami e i produttori di giocattoli. Anche i produttori dei materiali semplici come il corno e le ossa. Nel XIII secolo è stato deciso che il corno, l'osso e l'avorio sarebbero stati riservati per i produttori dei rosai, mentre per i bottoni venivano riservati il rame, l'ottone e l'osso.
Invece, nelle oreficerie si utilizzavano metalli preziosi e il vetro. I bottoni semplici realizzati in legno o in ferro erano rivestiti di uno strato di tessuto, che era intrecciato, uno tecnica che si chiama passamaneria.
Strass e mosaico di marmo sono stati apprezzati anche se l'oro è rimasto il numero uno per la realizzazione dei bottoni e dei gioielli. L'orafo era il re dei bottoni.
Nel 1440 i bottoni sono stati utilizzati sulle maniche staccate e provviste di spacchi e di lacci, ne comparivano dai 20 ai 50 pezzi.
Nel 1440 i bottoni sono stati utilizzati sulle maniche staccate e provviste di spacchi e di lacci, ne comparivano dai 20 ai 50 pezzi.
Il Rinascimento li vuole sempre più sfarzosi, eseguiti su ordinazione con pietre preziose incastonate.
Particolare del monumento di Sir Richard de Willoughby, nella chiesa di Willoughby, XIV secolo circa. |
I bottoni non venivano cuciti sulle vesti con il filo, ma venivano inseriti in degli occhielli con asola di metallo per mezzo di una stanghettina dello stesso materiale del bottone.
Con il tempo, il bottone fu sempre più carico di significato, non solo come status symbol, ma anche come manifestazione della personalità, della appartenenza ad un determinato gruppo o dei propri sentimenti.
Si dice che Enrico III, re di Francia tra il 1574 e il 1589, alla morte della sua amata, chiese al suo gioielliere di creare dei bottoni in argento a forma di teschio da utilizzare nella cerimonia funebre in dimostrazione del proprio dolore, iniziando una vera e propria moda.
Luigi IX di Francia, nominato re santo, (1214-1270), si narra che quando lui si doveva presentare davanti al sultano, si fece confezionare un indumento ricoperto interamente di due dozzine di bottoni d'oro per sembrare più forte e ricco del sultano.
Giovanna D'Aragona, attribuito a R. Sanzio, 1518, Musée du Louvre, Parigi. |
Si racconta nella novella CXXXVII di Francesco Sacchetti del 1399 la vicenda particolare di un notaio fiorentino il quale contestava a una dama che indossava un numero di bottoni superiore a quello consentito. Lui si senti rispondere dalla signora che quanto andava ad indicare erano delle coppelle, quindi non dei bottoni, ma semplici ornamenti e perciò non dovevano essere fuori legge.
Il papa Clemente VII (1478-1534) si faceva realizzare i suoi bottoni uno ad uno da un rinomato scultore, Benvenuto Cellini.
Il papa Clemente VII (1478-1534) si faceva realizzare i suoi bottoni uno ad uno da un rinomato scultore, Benvenuto Cellini.
Nel XIV secolo, una dama
chiese ad un orafo chiamato Pierre di realizzarli venti bottoni d'oro
per allacciare una sopraveste, nove allacciature, cinquanta peroli
con perle. Tutto questo doveva essere fatto per il marito.
Negli inventari monzesi
del XV secolo sono elencati quattro vesti con bottoni d’argento
variano di numero da 40 a 126, riconsegnate alla vedova di Nicola
Lugoza. Il marito è venuto a mancare poiché è stato giustiziato
per cospirazione contro il duca di Milano.
Nei mantelli femminili, i
bottoni d’argento dorato o di perle si riconoscevano dalla loro
lunghezza, partivano sulla spalla e terminavano in gola.
Isabella d’Este,
marchesa di Mantova, (1474-1539), arriva ad inserire più di venti bottoni
preziosi, a puro scopo ornamentale. Si narrano nelle cronache Vallonico, del principe e del duca di Savoia, i quali sfoggiasse a Venezia, di
ritorno dall’Ungheria, un colletto di cuoio,
abbottonato sul davanti con bottoni dorati. In una sua camora (abito aderente in uso nel 1400) era costellata da 609 bottoni d'oro con asole fittissime, come era sua consuetudine in quel periodo storico.
Apoteosi di Sant'Orsola e delle sue compagne, di Vittore Carpaccio, del 1491, Galleria dell'Accademia di Venezia. |
Le donne non maritate del
Cinquecento avevano l'abitudine di caricarsi di orpello appariscenti
quali catene, collane, bottoni d'oro e granate, ma senza smalti.
In
questo periodo storico andava l'uso dello strascico di conseguenza
per consentire di raccogliere e affrancare quest'ultimi sul
dietro dell'indumento toccava applicare un grosso bottone di diverso
materiale il quale poteva essere d'oro o d’avorio.
Infine, in Inghilterra per
ovviare ad una brutta abitudine vale a dire di pulirsi il naso con la
manica, la regina Elisabetta aveva messo in auge i bottoni sui polsi
per le uniformi militari.
Bibliografia e sitografia
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MAUGERI VINCENZA e PAFFUMI ANGELA , Percorsi di storia della moda e del costume , Vol. 1, Milano, Calderini edagricole, 2002, 1 ed.
READ BRIAN, Metal Buttons c.900 BC-c.AD 1700, Somerset, Portcullis, 2010, 2 ed.http://www.placidasignora.com/2007/11/21/storia-del-bottone/
https://it.wikipedia.org/wiki/Bottone
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